04/08/2019

Giovani e aborto: come comunicare oggi un tema così delicato

Oggi forse più che mai è diventato molto difficile parlare di aborto, specialmente ad un giovane. Come Universitari per la Vita questo lo sappiamo bene, soprattutto lo abbiamo vissuto e lo viviamo sulla nostra pelle ogni giorno nell’affrontare il tema della difesa della vita con i nostri coetanei.

Tante volte, pubblicando sui nostri social post ed articoli, ci siamo interrogati su quale fosse la modalità migliore di comunicare con gli studenti, la maggior parte dei quali in realtà ancora non ha un’idea precisa sull’argomento ma semplicemente una grande confusione in testa.

La nostra società non offre purtroppo alla maggior parte dei giovani dei solidi punti di appoggio, dei principi su questi argomenti (eccetto per quei giovani che provengono da un contesto familiare o educativo per cui già hanno delle basi). Ci troviamo in un enorme mare magnum relativista, per cui, ad esempio durante un aperitivo pro life in università ricordo che una studentessa, nel momento in cui le stavamo spiegando il nostro punto di vista, ci disse: «Si, tu hai ragione ad essere pro life. Ma ho ragione anch’io a sostenere il diritto all’aborto. Abbiamo ragione tutti in un certo senso. Non esistono opinioni giuste o sbagliate».

In questo contesto relativista in cui siamo tutti immersi, immaginate la difficoltà nel comunicare questi argomenti a giovani che magari non hanno mai sentito in vita loro un punto di vista diverso. Eppure, la nostra esperienza ci ha dimostrato che esistono degli aspetti su cui si può far leva. Li spiegheremo in breve:

Per prima cosa, l’importanza della propria testimonianza. Prima di enumerare dati scientifici o spiegare perché l’aborto è un omicidio bisogna dire al proprio interlocutore perché io, studente poco più che ventenne, mi ritrovo magari quel venerdì pomeriggio in università dietro ad un banchetto pro life, quando potrei fare mille altre cose. Molti ci chiedono «Ma chi te lo fa fare? Perché lo fai? Ma siete pagati?» e quando spieghiamo i motivi personali che ci hanno portato a stare lì rimangono tutti molto colpiti.

C’è un ragazzo nel nostro gruppo che ha scampato l’aborto per un pelo, si potrebbe dire, in quanto è nato negli slums indiani, in un contesto di grande povertà, e poi è stato adottato. La sua vita è una testimonianza vivente, come quella di un’altra ragazza sorda dalla nascita, che strenuamente difende i diritti dei bambini disabili che la società preferirebbe eliminare nel grembo materno.

Altro esempio: abbiamo avuto nel gruppo anche una ragazza atea che ha scritto questa testimonianza. Nell’articolo racconta che è stata la storia di Gianna Jessen (attivista pro life sopravvissuta ad un aborto salino) a farle cambiare idea e grazie a lei è diventata pro life.

La testimonianza di questa ragazza distrugge tutte le bugie che sostengono gli abortisti tra cui in particolare che solo i cattolici possano essere pro life. Anche un ateo di grande onestà intellettuale può essere a favore della vita.

Secondo aspetto: sfruttare molto immagini e video. Nell’era dei social questo è fondamentale. Una foto o un video fa mille volte di più di un articolo (questo non vuol dire però che non si debbano pubblicare anche articoli, anzi sono molto importanti)

Pochi giorni fa, abbiamo pubblicato sulla nostra pagina Facebook il video di un bambino di poche settimane che si muove nel ventre materno. Un video bellissimo, che dimostra in maniera schiacciante l’umanità del concepito. Con la tecnica moderna dell’ecografia in 4D è impossibile dire che è il bambino è un “;grumo di cellule”.

Oppure importanti sono anche quei video che mostrano passo dopo passo le procedure di aborto, gli strumenti utilizzati ecc..., realizzati sempre da Live Action in collaborazione con il dottor Levatino e che noi spesso riprendiamo. Alcuni, sotto questi video, hanno commentato dicendoci che non credevano che l’aborto fosse qualcosa del genere.

Terzo aspetto: sbugiardare passo dopo passo le assurdità che i pro choice hanno diffuso fino ad oggi, del tipo: l’aborto fa bene alla salute della donna, senza aborto legale gli aborti clandestini aumenterebbero a dismisura, la 194 è una buona legge, meglio l’aborto di un bambino down ecc...

Nel nostro sito potrete trovare molti articoli a riguardo, di cui consigliamo la lettura e la diffusione. Sono articoli razionali, oggettivi e basati sulla logica. Perché è la logica stessa che ci porta ad essere pro life ed i giovani che non hanno rinunciato ad usare il cervello lo comprendono benissimo.

Chiara Chiessi

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