20/04/2017

La Buona Notizia #671 – Dire «NO» all’aborto si può

Dopo la breve pausa per la Pasqua, riprendiamo la rubrica de La Buona Notizia con la testimonianza di una donna che ha detto «NO» all’aborto e che ora non potrebbe fare a meno di stringere al petto il suo bambino...

Scrive la donna: «Ho avuto il mio primo figlio a 21 anni, da sola, perché il padre della bambina ci ha abbandonate. Per me è stato duro affrontare la vergogna, la mia famiglia, il paese. Così, anche per avere una vita migliore, sono venuta in Italia. Per diversi anni ho avuto un solo obiettivo: lavorare e ottenere un permesso di soggiorno».

Una storia come, purtroppo, se ne sentono tante: una giovane mamma viene in Italia in cerca di fortuna, per sé e per il suo bambino tenuto nonostante le difficoltà.

Ma non è questa gravidanza ad essere al centro di questa nostra Buona Notizia, bensì quella del secondo figlio. Scrive ancora la donna: «Quando ho incontrato Luis, un uomo più grande di me, da un anno avevo raggiunto la mia meta e finalmente potevo stare serena. Anche se lui lavorava poco come elettricista –  a volte restava fermo per mesi – riuscivamo lo stesso a stare bene. Un ritardo di pochi giorni mi ha spinto a fare un test di gravidanza. Il risultato positivo mi ha fatto andare nel panico. Rifiutavo anche solo l’idea di avere un figlio, non volevo, proprio adesso. Luis non capiva, perché invece gli sembrava naturale averlo, non vedeva i problemi che vedevo io. Avevo paura di tornare indietro di anni, di essere abbandonata di nuovo, di dovermi sacrificare ancora, di perdere il mio lavoro. Come avremmo fatto dopo? Ne abbiamo parlato una notte intera senza arrivare a comprenderci. Il giorno dopo ho preso la mia decisione e sono andata ad informarmi per l’aborto. Vedendomi sconvolta, l’assistente sociale mi ha chiesto il perché e gliel’ho dissi».

La scelta di abortire per motivi economici è più frequente di quanto si pensi: in pochi sanno dell’esistenza di tante realtà associative e di volontariato che aiutano le donne in difficoltà economiche a tenere il loro bambino (si va dal “Progetto Gemma” ad altre forme di aiuto).

Nel caso di questa Buona Notizia, per fortuna, la donna ha incontrato un’assistente sociale interessata alla vita, e non puramente dedicata a far sì che vengano rilasciati certificati di aborto...

Leggiamo ancora: «Così sono venuta a sapere che non avrei perso il mio lavoro, perché avendo un contratto regolare non potevo essere licenziata per la gravidanza e che potevo rivolgermi al Segretariato Sociale per la Vita, un’associazione che aiuta mamme in difficoltà come me. Sono tornata a casa pensierosa e non più così convinta di quello che volevo fare. Luis ha capito subito che qualcosa era cambiato e, vedendo lui così dispiaciuto, ho deciso di andare al Segretariato. In un lungo colloquio con un’operatrice, ho saputo che avrei potuto contare sul Progetto Gemma, un aiuto economico per il bambino per 18 mesi, ma anche di aiuti dello Stato da richiedere dopo la nascita ed altro ancora. Ricordo il bene che mi ha fatto parlare con qualcuno che capiva le mie paure. Sono uscita di lì che avevo voltato pagina, pronta ad affrontare una nuova maternità. Daniel adesso è nato, ci ha portato gioia, amore, con la sua presenza ci ha fatto crescere come famiglia».

A domani, con un’altra Buona Notizia!

Redazione

Fonte: Acqua e Sapone


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