20/07/2019

Qual è la vera libertà delle donne con l’aborto?

«Chi dà veramente potere alle donne: l’industria dell’aborto o i centri di assistenza per la gravidanza?»

A mio avviso, ritengo che questa domanda vada al nocciolo della maggior parte dei dibattiti sull’aborto. Essa è posta come titolo ad un articolo di National Right to Life, che, riflettendo sul tema, ci propone un caso paradigmatico, ma realmente accaduto.

 «La diciottenne “;Courtney”», si legge nell’articolo, «è rimasta addolorata per il suo test di gravidanza positivo. Sua madre l’aveva già avvertita che se fosse rimasta incinta l’avrebbe cacciata di casa e le avrebbe tagliato i finanziamenti del college». La migliore amica di Courtney le disse che era meglio non abortire, ma il ragazzo era di parere decisamente opposto e le voleva imporre l’aborto con la minaccia di rompere il fidanzamento

Un caso emblematico, ma molto ricorrente. Spesso, infatti, accade proprio così e sono davvero in pochi, talvolta nessuno, ad incoraggiare una donna ad accogliere il suo bambino nonostante la gravidanza indesiderata. A volte tutte le pressioni sono fortemente contrarie, giungendo anche a veri e propri ricatti, come in questo caso.

Fortunatamente Courtney si rivolse ad un centro di assistenza per la gravidanza, ricevette consigli, supporto concreto e decise di dare alla luce la sua piccola. Successivamente, anche la mamma e l’ex fidanzato si riavvicinarono a Courtney. Quando tornò a visitare il centro di assistenza alla gravidanza, la giovane disse: «Voi, ragazzi, siete gli unici a non avermi spinto. Tutti gli altri mi hanno detto cosa dovevo fare. Ma non avete spinto. Voi mi avete lasciato decidere».

Non sarebbe stato così se si fosse rivolta ad una clinica abortista. Una situazione di partenza simile, infatti, la stava vivendo anche Madison, preoccupata per la sua gravidanza indesiderata, come racconta l’articolo. Impaurita dal giudizio dei genitori e dal possibile abbandono da parte del fidanzato, alla fine abortì. Cercò in tutti i modi di seppellire il ricordo dell’aborto, ma questo non la abbandonò. E intanto, una clinica abortista aveva fatto i soldi sulla pelle di Madison e del suo bambino.

Allora, sono i centri di aiuto alla vita a tarpare le ali alle donne, ad ostacolarle e a decidere su di loro, o è forse l’aborto? È davvero libera la scelta di abortire, quando nessuno offre alla donna supporto e alternative? Quando tutti dicono a una donna in difficoltà di abortire, senza che nessuno le porga una mano e le dia sostegno, senza che nessuno la aiuti a tenere con sé il bambino o, se proprio non può, a darlo in adozione, è forse libera quella donna o è costretta ad abortire?

Ecco perché esistono e operano i vari Centri di aiuto alla Vita, perché la vita sia tutelata ed ogni donna abbia davvero il potere di scegliere.

Luca Scalise

 

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