Il Senato degli Stati Uniti nei prossimi giorni potrebbe nominare Andrew Bremberg come rappresentante alle Nazioni Unite. Bremberg è un grande ed esplicito attivista pro life, vicino ai propositi di Trump di riportare l’ Onu di Ginevra e le sue Agenzie ai valori e alla missione originaria e rompere quel crogiolo di interessi ed ideologie che sembrano averla trasformata nel più grande provider e finanziatore dell’aborto nel mondo. Ovviamente tutte le più grandi ed influenti organizzazioni pro aborto del mondo si stanno mobilitando ed hanno iniziato la loro opera di ‘demolizione’ del candidato Andrew Bremberg sin dalla sua audizione dello scorso 20 giugno davanti ai Senatori della Commissione Affari Esteri.
In questi stessi giorni, sempre al Senato, si confermerà la nomina di Kelly Craft come nuova Ambasciatrice plenipotenziaria degli Usa per l’Assemblea generale e il Consiglio di Sicurezza Onu, altra pro life e soprattutto vicina ai sentimenti filo israeliani di Trump.
Bremberg è sostenuto, dicevamo, da Trump nell’estendere la politica di togliere dai finanziamenti statali quelle associazioni non governative che sostengono l’aborto all’estero. In una lettera, 36 organizzazioni hanno chiesto al Senato di respingere la nomina di Andrew Bremberg e tra esse non potevano mancare Human Rights Watch, Planned Parenthood Federation of America e la National Organization for Women.
La conferma della nomina di Bremberg per ora è stata rimandata, ma molto probabilmente sarà solo una questione di tempo e di opportunità. Certo né il Senato a maggioranza repubblicana, né lo stesso Trump si faranno impressionare da lettere e organizzazioni che hanno fatto del discredito e della lotta contro di lui e i suoi valori una battaglia per la vita o la morte. I pro aborto sono avvertiti, nessuno crede che Trump rinuncerà al suo candidato e le politiche pro aborto dell’ONU – si spera – stanno per terminare definitivamente.
Luca Volontè