27/11/2015

Gender a scuola: il giorno del diritto all’educazione

Si avvicina il giorno della protesta indetto da “Generazione Famiglia” (già Manif Pour Tous Italia), cui hanno aderito ProVita, Voglio la Mamma e i Giuristi per la Vita.

Il 4 dicembre le famiglie che a loro volta aderiscono alla protesta decideranno di non mandare i bambini a scuola.

Le Associazioni, intanto, hanno chiesto un incontro urgente col Ministro dell’Istruzione per porre un freno a questo sopruso.

Il prossimo 4 dicembre, quindi, sarà la “Giornata per il Diritto di Priorità Educativa della Famiglia”.

Le famiglie sono invitate, inoltre, ad aderire alla campagna “Operazione Caro Ministro“, spedendo al Ministero dell’Istruzione una lettera cartacea, per dare maggior eco alla gravità del momento. Scopo dell’evento è sensibilizzare ulteriormente il Ministero circa l’ingresso nelle scuole di corsi e progetti sulla sessualità e sull’affettività fondati sull’ideologia Gender, che tratta le differenze tra uomini e donne come stereotipi culturali da cancellare.

“Abbiamo pensato questa iniziativa perché dopo la manifestazione del 20 giugno il MIUR ha risposto al disagio di centinaia di migliaia di famiglie con indifferenza e minacce”, afferma il portavoce di Generazione Famiglia Filippo Savarese. “La famiglia ha il diritto di priorità nell’educare i propri figli su temi delicati ed essenziali come la sessualità e l’affettività, ma in questi anni l’attivismo delle associazioni Lgbt nelle scuole sta ledendo questo diritto fondamentale. Chiediamo al Ministro un incontro urgente per porre un freno a questo inaccettabile sopruso, e alle famiglie di sostenere questa richiesta partecipando con coraggio alla Giornata Nazionale”, conclude Savarese.

Si può aderire all’Operazione Caro Ministro cliccando qui, per spedire al MIUR una lettera, il cui testo potete leggere anche qui di seguito.

Redazione

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All’attenzione del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

___________________ 4 dicembre 2015

Gentile Signora Ministra,

come Lei sa, lo scorso 20 giugno centinaia di migliaia di famiglie si sono riunite a piazza San Giovanni a Roma denunciando il diffondersi nelle scuole italiane di ogni ordine e grado di attività sull’educazione sessuale, affettiva, sentimentale fondate su matrici culturali chiaramente marcate in senso ideologico ove non addirittura politico, tra le quali spiccano per criticità quelle aventi come fulcro un nuovo concetto di “genere”, la promozione delle “famiglie omogenitoriali”, e la parificazione di ogni orientamento sessuale e identità di genere. È in tal senso che è stato denunciato il diffondersi di una vera e propria “ideologia di genere” (o teoria Gender): l’idea che l’identità sessuale della persona non sia radicata nel suo essere maschio o femmina e non si sviluppi intorno a questa fondamentale realtà biologica, ma che consista nella momentanea e assolutamente autonoma autopercezione di sé, che permetterebbe a ciascuno di “sentirsi” (e dunque essere ed essere riconosciuto dalla società in quanto) uomo, donna o appartenente ad una serie sterminata di altre “identità di genere” (cisgender, transgender, bigender, agender, pangender, genderfluid, etc…). Molte associazioni spontanee di famiglie e genitori da ormai due anni comprovano la presenza di questa deriva ideologica in numerose scuole, organizzando su tutto il territorio italiano migliaia di eventi informativi, che hanno rinforzato la consapevolezza delle famiglie su questo tema e riattivato in loro la coscienza di prime ed originarie agenzie educative dei loro figli. Di questo rinnovato fermento partecipativo ha colto formalmente la rilevanza lo stesso MIUR, quando ha ritenuto opportuno diramare due apposite circolari ministeriali per affrontare direttamente la questione legata al tenore del comma 16 dell’ultima legge di riforma del settore scolastico (L. n.107/2015), recante l’obbligo per le scuole di ogni ordine e grado di integrare i piani triennali dell’offerta formativa con attività sul contrasto alla discriminazione e alla violenza di genere. Pur tentando, a prima vista, di assicurare l’ancoraggio del concetto di genere alla dualità complementare maschile-femminile, il MIUR non ha mostrato di sapere (o volere) prendere davvero in considerazione le preoccupazioni delle famiglie, timori legati al fatto che le presunte interpretazioni autentiche ministeriali non hanno eco né tantomeno valore vincolante al livello scolastico territoriale e periferico, dove si continua ad essere in balia del monopolio culturale con cui associazioni LGBTQIA* impongono ai nostri figli e nipoti visioni sulla sessualità ascientifiche, spesso funzionali alla sponsorizzazione all’interno delle scuole di questioni di natura politica come le rivendicazioni del “matrimonio gay” e della c.d. “omogenitorialità”. Alla luce della sempre più diffusa e cosciente mobilitazione delle famiglie in difesa del loro diritto di priorità educativa verso i loro figli, della limitazione che questo diritto subisce dal diffondersi di attività ideologiche sull’affettività o contro le “discriminazioni” nelle scuole di ogni ordine e grado e dell’indifferenza politica sostanziale che il MIUR ha mostrato nei confronti di questo stato delle cose, noi aderiamo alla prima Giornata Nazionale per il Diritto di Priorità Educativa della Famiglia promossa dall’associazione Generazione Famiglia (La Manif Pour Tous Italia) e a co-promossa dalle associazioni ProVita Onlus, Voglio la Mamma e Giuristi per la Vita, e mentre Le rinnoviamo queste nostre pressanti preoccupazioni La invitiamo a ricevere con urgenza i promotori e i co-promotori di questa iniziativa per discutere di persona le migliori soluzioni al gravissimo problema in corso.

Con rispetto

Firma _______________________________

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