15/06/2017

La Buona Notizia #709: un’altra vita salvata dall’aborto

È davvero bello informare i nostri Lettori di una buona notizia che vede ProVita Onlus in prima linea.

Com’è noto, tra le varie azioni che conduce, la nostra associazione si preoccupa anche di aiutare concretamente la vita, specie quella di mamme e bambini.

Oggi tra i soggetti più deboli in questo ambito vi sono senza dubbio gli immigrati. Mentre tanti straparlano (spesso solo ideologicamente e a sproposito) di accoglienza indiscriminata, pochi si preoccupano di garantire il diritto alla vita e a un’esistenza dignitosa di chi, per vari motivi, viene da Paesi lontani. E così capita che molte donne straniere in stato di gravidanza, frequentemente a causa dei loro problemi economici, sono tentate di abortire, perché non trovano nessuno che le aiuti e le consigli, presentando valide e più salutari alternative.

Toni Brandi insieme ad una delle tante mamme che ProVita ha aiutato
Toni Brandi insieme ad una delle tante mamme che ProVita ha aiutato

Nei nostri ospedali e consultori, purtroppo, spessissimo l’aborto viene consentito senza troppi complimenti: i responsabili firmano il via libera e la donna va a distruggere la vita propria e del bambino con la facilità con cui si fa la spesa. Del resto, se nella percezione generale (ma non per la legge 194, almeno formalmente) l’aborto è un diritto e il nascituro solo un grumo di cellule, tutto ciò non deve stupire...

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Toni Brandi e la signora Elena, con la piccola Sofia Eleonora, alcuni giorni fa

Ebbene, ProVita è attiva anche fra gli immigrati spesso preda degli abortisti e dei fautori della morte...; tra le storie di mamme che abbiamo contribuito a sostenere affinché evitassero di compiere quell’orribile omicidio, oggi vogliamo segnalare quella della signora rumena Elena.

Ecco com’è andata.

Verso la fine dell’anno scorso Bogdan Stanciu, presidente di ProVita Bucarest, amico della nostra associazione, ha informato il presidente Toni Brandi che una signora rumena, Elena appunto, rischiava di abortire su consiglio di alcuni ginecologi italiani ai quali si era rivolta. Brandi ha contattato la donna, la quale gli ha spiegato che aveva un virus e che i ginecologi dell’ospedale Grassi di Ostia la volevano far abortire.

Elena era caduta nelle grinfie della famosa ginecologa abortista Elisabetta Canitano, presidente dell’associazione “Vita di Donna”. Un’altra ginecologa ha avuto anche il coraggio di dirle: «Tu morirai: come puoi dare vita a un figlio?». La signora si sentiva abbandonata e non sapeva cosa fare, dato che aveva già due figli.

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Elena e la sua famiglia

Così Brandi l’ha rincuorata e assicurata che non era da sola e che ProVita sarebbe stata a sua disposizione... Subito ha informato del fatto il Prof. Pino Noia, che, insieme alla sua segretaria Eleonora, ha consigliato e assistito Elena gratuitamente.

Finalmente il 24 gennaio scorso è nata Sofia Eleonora.

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La piccola Sofia Eleonora

ProVita ha aiutato Elena e dato vestitini a Sofia Eleonora e offerto la sua continua assistenza. Ormai è nato un vero e proprio rapporto di amicizia e collaborazione.

Attualmente Elena sta curando il suo virus sempre all’Ospedale Gemelli e sta bene. Se avesse ascoltato e seguito le indicazioni dei ginecologi cultori della morte, a quest’ora sua figlia non ci sarebbe e con lei la gioia che sempre e comunque un bambino porta con sé. Non solo.

Se avesse abortito, presto o tardi Elena sarebbe andata incontro ad un problema ancor più grande del suo virus: la sindrome post-aborto, i continui rimorsi per aver ucciso la carne della sua carne. Inutile dire che tutta la sua famiglia ne avrebbe risentito.

Un’altra vita salvata, un’altra vittoria della Vita!

Redazione


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