30/04/2016

Marcia per la Vita, domenica 8 maggio a Roma: ProVita c’è!

Tra una settimana si terrà a Roma la Marcia Nazionale per la Vita, giunta quest’anno alla sua sesta edizione e preceduta, il 7 maggio, da un convegno organizzato dal Comitato Verità e Vita e da Vita Umana Internazionale.

Un appuntamento ormai fisso per il mondo pro-life italiano, al quale non bisogna mancare. Partecipare infatti, oltre che un piacere, è un dovere morale.

Nel nostro Paese il tema dell’aborto è, nonostante tutto, ancora al centro delle notizie di cronaca. Sebbene sia ormai considerato un “diritto” e sebbene molti tacciano per paura di “dividere” e di essere etichettati come oscurantisti, le forze promotrici della “cultura della morte” sono sempre al lavoro e all’attacco, senza alcun complesso di inferiorità.

L’ultima grande manovra è rivolta contro l’obiezione di coscienza. In pratica si vuole impedire ai medici di rispettare il giuramento di Ippocrate. Si vuole togliere ogni ostacolo all’omicidio dei bambini non ancora nati.

Questo ultimo attacco alla civiltà, nonostante l’obiezione di coscienza sia protetta dalla stessa, nefasta, legge 194/1978, si inserisce in un contesto socio-culturale davvero scoraggiante e tragico. L’aborto – che oggi si pratica abbondantemente persino a domicilio, con l’uso delle varie pillole velenose in commercio – è ritenuto una conquista inattaccabile, da difendere con le unghie e con i denti in nome del progresso e della libertà. E in nome di questo progresso e di questa libertà oggi è pacifico gettare tra i rifiuti ospedalieri figli non desiderati perché frutto di un “incidente” o semplicemente perché malati.

In nome del progresso e della libertà si sacrificano migliaia e migliaia di embrioni, ovvero di persone umane, per produrre (sì, produrre) e vendere (sì vendere e guadagnarci sopra) un figlio – ovviamente sano e bello come vogliono mamma e papà – attraverso le tecniche di fecondazione artificiale.

In nome del progresso e della libertà si sta lavorando da anni ed ora con più intensità, a sopprimere tutte quelle vite non degne di essere vissute in quanto difettose: è il momento della legalizzazione dell’eutanasia. Assai utile a scopi eugenetici e per le casse dello Stato.

Ebbene, a molti italiani questo progresso e questa libertà non piacciono affatto. Per questo si mobilitano. Per questo combattono ogni giorno e con modalità differenti in tutta Italia. Per denunciare di fronte all’opinione pubblica nazionale gli oltre 6 milioni di bambini morti dal 1978 ad oggi. Una cifra spaventosa, che va arrotondata per eccesso visto l’aumento, negli ultimi anni, dell’aborto chimico. Sei milioni: vi ricorda qualche evento storico del secolo XX? Eppure di quella tragedia si parla continuamente e si mostrano video e fotografie. Dell’aborto invece non si vuole dire neanche mezza parola. E ti danno del terrorista se mostri come vengono massacrati i bimbi in quello che dovrebbe essere il posto più sicuro e più amorevole al mondo: la pancia della mamma.

Noi non ci stiamo. E lavoriamo senza posa, con determinazione e fiducia perché lo Stato italiano torni a rispettare la vita, dal concepimento alla morte naturale. Se le istituzioni non garantiscono questo diritto basilare, non possono avere la nostra fiducia. Abrogare la legge 194 si può e si deve fare. Vietare la fecondazione artificiale e le pillole omicide anche. Fermare prima che sia troppo tardi l’eutanasia è un imperativo.

Per tutte queste ragioni, ProVita parteciperà, come ogni anno, alla Marcia per la Vita. L’appuntamento è a Roma, domenica 8 maggio alle ore 9 in piazza Bocca della Verità.

Federico Catani


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