16/07/2013

TEANO. Se potessi tornare indietro. Un convegno contro l’aborto

Si terrà giovedì 1 agosto prossimo alle ore 18.30, nel salone del seminario in Vico Ginnasio a Teano un interessante convegno organizzato dal Consultorio Familiare della Diocesi di Teano-Calvi in collaborazione con l’associazione per la vita No194. Il convegno, si intitola “Se potessi tornare indietro: riflessioni sull’aborto. Le conseguenze psicologiche dell’aborto”. Ricco e qualificato il programma della giornata. Tre in particolare, saranno gli aspetti su cui si confronteranno i relatori a proposito dell’aborto. Il dialogo materno–fetale pre-impianto, le conseguenze psicologiche dell’aborto e le alternative all’aborto: i metodi naturali ed il controllo della fertilità in età adulta e giovanile. Sui vari temi relazioneranno la dottoressa Rachele Tessitore, consulente medico presso il consultorio diocesano, una dottoressa psicologa e psicoterapeuta consulente presso il consultorio, la dott.ssa Laura Batolato, insegnante del metodo Beling ed altri metodi naturali. Interverranno inoltre la dott. ssa Emilia Imbriglio, consulente medico presso il consultorio, il preside Paolo Mesolella, Presidente provinciale dell’associazione No194 e vicepresidente incaricato per il Sud Italia.
Durante l’incontro sarà proiettato il documentario “L’urlo silenzioso” del ginecologo americano prof. Bernard Nathanson. Un documento scioccante che getta nuova luce sulla gravità dell’aborto volontario. Il disturbo post traumatico da stress (PTSD) infatti, porta ad una sintomatologia negativa: l’aumento della reattività fisiologica, l’intrusione, la dissociazione, disturbi d’ansia e depressione che possono portare anche al suicidio e ad un comportamento autodistruttivo. Per guarire le ferite dell’Interruzione Volontaria della Gravidanza oggi si ricorre all’Eye Movement Desensitization and Reprocessing (l’EMDR). La decisione di abortire spesso può non essere una scelta consapevole cosicché con il tempo l’IVG può essere vissuta come una grave perdita, o come l’uccisione volontaria del proprio bambino. E questo può avvenire favorendo la comparsa di disturbi mentali tipici del PTSD.

Fonte: Il Mezzogiorno

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