30/08/2015

Aborto, adolescenti e pillola del giorno dopo in Trentino

C’è una tendenza forte e pervicace a non voler considerare aborto l’interruzione di gravidanza che avviene per cause chimiche nei primi giorni dopo il concepimento.

Recentemente uno dei maggiori quotidiani trentini, l’Adige, ha pubblicato un articolo dal titolo: “Meno bebè, più pillole del giorno dopo”. Sottotitolo: “Tra le giovanissime diminuiscono le gravidanze e anche gli aborti”.

Prima ancora di entrare nel merito del pezzo, occorre rilevare la contraddizione tra titolo e sottotitolo: posto infatti che la pillola del giorno dopo è abortiva, nel caso di avvenuta fecondazione, com’è possibile affermare che gli aborti in Trentino stanno diminuendo?

Al giorno d’oggi quando si parla di aborto è necessario prendere in considerazione una gamma di possibilità sempre più ampia, che va dai metodi chirurgici a quelli potenzialmente abortivi: raschiamento dell’utero, aspirazione, uso della pillola Ru486, uso della spirale, o della pillola dei cinque giorni dopo o della pillola del giorno dopo…

(Dell’aborto in pillole – che vengono vendute come aspirine abbiamo già parlato).

Chiarito questo, vediamo il contenuto dell’articolo, che propone un’analisi dei dati limitata alle ragazze tra i quindici e i diciannove anni.

Bludental

In apertura la giornalista Patrizia Todesco evidenzia che “sono sempre meno le giovanissime che rimangono incinte e mettono al mondo un figlio prima dei vent’anni”: negli ultimi sei anni il numero dei parti si è pressoché dimezzato, così come sono diminuiti gli aborti (da 89 nel 2006 a 61 nel 2013, un numero comunque assai elevato).

Questo fatto, evidenziano tuttavia gli esperti, “[…] è dovuto non tanto a una minor frequenza di rapporti sessuali a rischio tra adolescenti o a un uso più consapevole dei sistemi contraccettivi sicuri, quanto piuttosto a un maggior ricorso alla pillola del giorno dopo”. Insomma, milioni e milioni di euro spesi negli ultimi anni a livello locale e nazionale per ‘istruire’ i giovani sul cosiddetto ‘sesso sicuro’ e questi ancora non hanno capito nulla, anzi! Basti sapere che sul territorio provinciale ogni giorno sono in media ventiquattro le persone (non solo adolescenti) che utilizzano la pillola del giorno dopo.

Però anche di fronte all’evidenza pare sia troppo difficile capire che bisognerebbe invece trasmettere ai giovani il valore della Vita – della loro, innanzitutto, prima ancora che di quella del bambino che potrebbe nascere – e insegnare loro che l’amore è ben altra cosa rispetto al sesso…

Ma torniamo ai dati, i quali rivelano come i (pochi) bambini concepiti da madri sotto i vent’anni che riescono a sopravvivere ai primi giorni di vita spesso vengano abortiti utilizzando altri metodi: ben il 48,7% dei concepimenti delle adolescenti terminano con l’aborto. E in questo, purtroppo, giocano un ruolo assai negativo i consultori, che secondo la Legge 194 dovrebbero contribuire “a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza” (Art. 2, comma d). Tuttavia anche in questo caso, evidentemente, la realtà è troppo limpida per essere compresa.

Giulia Tanel

DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DALLA LEGGE CIRINNA’

 

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