04/11/2015

Aborto in calo in Italia? C’è poco di cui rallegrarsi

La notizia balza subito all’occhio: l’aborto è in calo. Dicono.

Rispetto al 1982, anno che detiene il record negativo, gli aborti in Italia sarebbero più che dimezzati. Questo quanto scrive La Stampa commentando la Relazione che il Ministero della Salute ha inviato al Parlamento circa l’attuazione della legge 194/1978 e nella quale vengono presentati i dati definitivi del 2013 e quelli preliminari per il 2014.

Vediamo i numeri. Nel 2014 gli aborti sono stati 97.535, contro i circa 509.000 nati: nell’82 i bambini nati erano stati il doppio. In percentuale, quindi, gli aborti sono aumentati, e di molto: oggi, in pratica, 1 bambino su 5 viene abortito. In assoluto, invece il numero degli aborti è il 5,1% in meno rispetto al dato definitivo del 2013 (105.760 casi), anno in cui le nascite erano state circa 514.000.

Un aborto su tre riguarda una donna straniera; straniere che presentano un tasso di abortività del 19 per 1000, pari a una tendenza tre volte maggiore rispetto alle italiane.

Resta costante, e la più bassa a livello internazionale, la percentuale di aborti ripetuti: il 26,8% viene effettuato da donne con una precedente esperienza.

Fra le minorenni il tasso di abortività è del 4,1 per 1000, uno dei valori più bassi rispetto agli altri paesi occidentali.

Questi quindi i numeri. Ma come sempre sono dati insufficienti.

E’ infatti importante non trascurare i seguenti fattori:

  • la diminuzione del numero complessivo delle nascite (il 2014 è stato l’anno peggiore dall’Unità d’Italia, come spiegavamo in questo articolo)
  • la diminuzione delle donne in età fertile, in linea con il progressivo aumento dell’età media della popolazione
  • l’uso sempre più massiccio della pillola del giorno dopo e della pillola dei cinque giorni dopo, nonché della Ru486, che non permetto un monitoraggio reale di tutti gli aborti compiuti (con questi metodi considerati “moderni” si torna ad abortire nella solitudine della propria casa, che è esattamente quanto i fautori della legalizzazione dell’aborto portavano a sostegno della propria posizione)
  • l’aumento dell’uso di diversi metodi contraccettivi (che, oltre a impedire il concepimento, in molti casi possono anche agire dopo che questo è avvenuto e sono quindi abortivi, come nel caso della spirale). Metodi contraccettivi che, l’abbiamo già scritto diverse volte, sono contro le donne.
  • gli embrioni (bambini) scartati – oltre quelli morti perché congelati e scongelati – nei cicli di fecondazione artificiale non contano proprio niente? Sono invisibili persino alle statistiche?

Soprattutto, tuttavia, i dati contenuti nella Relazione del Ministero lasciano l’amaro in bocca per un motivo ben più profondo: abortire anche un solo bambino è troppo. Il diritto alla vita non può essere negato a nessuno, mai.

“Sono però traumatizzato dalla legalizzazione dell’aborto, perché la considero, come molti, una legalizzazione dell’omicidio” (Pier Paolo Pasolini).

Redazione

DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DAI TENTATIVI DI

LEGALIZZAZIONE DELLE UNIONI CIVILI

 

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