19/02/2016

Adozioni gay, famiglia naturale, orfani e la vera verità

Girano articoli e articolesse di illustri rappresentanti della Nazione, come per esempio la Senatrice Fedeli, che chiedono di approvare il ddl Cirinnà e contestualmente di rivedere la legge attuale sulle adozioni: ciò servirebbe a dare una casa alle decine di migliaia di “bambini senza famiglia” che sembrerebbe languano negli orfanotrofi, tipo Oliver Twist.

La Senatrice, però, non nomina espressamente gli orfanotrofi, perché sa che la legge 149 del 28 marzo 2001 ha decretato per il 31 dicembre 2006, la chiusura degli orfanotrofi, trasferendo i minori in case-famiglia e dove possibile, presso famiglie affidatarie. Insomma, salvo episodi di cronaca incresciosi – tipo il Forteto che è stato coperto e protetto per anni da esponenti politici dello stesso partito della Fedeli e di Renzi (qui c’è un interessante riassunto della vergognosa storia) – la casa famiglia è certamente meglio che l’orfanotrofio.

Ovviamente, secondo la Fedeli, questi bambini dovrebbero essere adottati anche da coppie omosessuali, perché “tutti dicono” (Corti  europee, e scienziati) che non c’è differenza tra una coppia della stesso sesso e una formata da un uomo e una donna.

Anzi: questo sarebbe il modo per stroncare la pratica dell’utero in affitto: se il bambino si può prendere in adozione, non sarà più necessario comprarlo.

Premesso che è giusto snellire e facilitare l’iter burocratico per le coppie che – oggi – aspettano anni prima di poter adottare, ricordiamo che un certo rigore e un certo controllo ci vuole, proprio per assicurare che il bambino sia accolto da chi vuole dare una famiglia al piccolo, non da qualcuno che vuole “prendere” un figlio per sé.

Stiamo sempre parlando di bambini, non di pacchi postali. E nella specie di bambini che hanno subito in qualche modo il trauma dell’abbandono. Anche quando sono molto piccoli ne risentono. Quindi sarà opportuno pretendere che gli adottanti offrano le massime garanzie di stabilità e di serietà per accogliere queste creature. La cosa li rende genitori adottivi (che non vuol dire genitori biologici – ed è ovvio che ai bambini su questo non si deve e non si può mentire) che potranno offrire ai figli adottivi le stesse possibilità di crescita sana e armoniosa che avevano prima dei fatti dolorosi che  li hanno resi in stato di adottabilità. Certo, anche l’amore. Ma l’amore non basta.

Fedeli_ adozioni gay_utero-in-affitto_gender_buona-scuolaLa Senatrice, però, non credo conosca bene la situazione reale dei bambini “fuori dalla famiglia”: infatti le coppie eterosessuali in lista d’attesa per l’adozione sono di gran lunga molte di più dei bambini in stato di adottabilità.

Infine è purtroppo necessario tornare sul punto per l’ennesima volta: non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire e certe persone sembra proprio che siano cieche e sorde alle evidenze e alle ragioni degli altri. Neanche ci provano a replicare. Ripetono a memoria la stessa storia: “trent’anni di studi dimostrano che i bambini crescono bene anche con due mamme o due papà“.

La menzogna ripetuta all’infinito diventa una mezza verità, e allora a noi ci tocca ripetere all’infinito che si tratta di una menzogna.

I “trent’anni di studi” sono stati fatti su campioni statisticamente irrisori. Hanno chiesto ai genitori gay se i loro figli erano felici; hanno paragonato le condizioni di vita di bambini “figli” di gay ricchi con bambini figli di etero che vivevano ai margini della società...: ecco i loro “trent’anni di studi scientifici”.

Oltre a questo, abbiamo le testimonianze degli adulti che da piccoli hanno vissuto un vero e proprio inferno a causa della “omogenitorialità”.

Gli amici di UCCR-on line hanno pubblicato una disamina riassuntiva dei principali studi scientifici (più di 60) che sconsigliano le adozioni gay, per il maggior bene dei bambini. Se loro hanno “trent’anni di studi”, noi ne abbiamo per lo meno “cent’anni” di studi scientifici che hanno riscontrato che i bambini che crescono con famiglie omoparentali – a parità delle altre condizioni socio-economiche – rischiano molto di più  di vivere disagiati psichicamente e disadattati socialmente... ma alla fine: se anche tutti gli scienziati (e i giudici ideologizzati) del mondo dicessero che due uomini o due donne sono uguali a un uomo e una donna, come dice la senatrice Fedeli, la verità, la realtà, l’evidenza agli occhi di chi vede dice altro.

Lo dice la ragione, lo dice il sentimento, lo dice la natura umana ed è la pura, semplice, santa verità: i bambini hanno bisogno di una mamma femmina e di un papà maschio. Qualsiasi altra soluzione sarà un dramma. Un dramma che potranno – ci auguriamo – in molti casi superare, ma che se possibile abbiamo il dovere inderogabile di prevenire e certamente di non programmare in modo premeditato.

Francesca Romana Poleggi

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