04/02/2019

Baccaglini: «Ripristinare l’assegno di gravidanza. Vi spiego per chi»

Ravenna. “Ripristinare l’assegno di gravidanza per le donne in condizione di bisogno economico”: questa la richiesta del Comitato Promotore Carlo Camerani a fianco delle donne in condizioni di fragilità. Abbiamo raggiunto la prima firmataria Cinzia Baccaglini, presidente del Movimento per la Vita di Ravenna e vice presidente del Centro Aiuto alla Vita, psicologa clinica e di comunità e psicoterapeuta della famiglia.

Lei opera con il Cav da 29 anni. Quali sono le motivazioni che spingono le donne ad abortire?

«Le motivazioni sono diverse e complesse: solitudine, problemi relazionali, intra-psichici e intra-famigliari, paura del futuro, del giudizio altrui. Il motivo economico è solo uno di questi, e non sempre rilevante, ma in alcune situazioni dirimente. Per questo chiediamo il ripristino di questo assegno. Chiediamo semplicemente che venga rispristinato uno strumento che serve e che è servito in questi 19 anni a tutelare e dare un adeguata protezione alla madre e al bambino così come sancito dall’art. 37 della Costituzione. Proprio per questo abbiamo deciso di intitolare il nostro comitato a Carlo Camerani, primario dell’opsedale di Ravenna e storico presidente del Cav di Ravenna, scomparso nel 2018, senza il quale non si sarebbero potuti salvare più di 500 Ravennati».

Si parla tanto di assistenzialismo. Questo assegno di gravidanza può essere interpretato in questa direzione?

«Da quando in qua l’assistenzialismo dura 5 mesi e porta come frutto un bambino in braccio? Se anche fosse così, ben venga. In qualunque modo lo si voglia interpretare, l’importante è che si aiuti quel bambino a venire al mondo. Ricordo che non si tratta di un aiuto a pioggia, ma viene erogato dopo il quarto mese alle mamme con un reddito inferiore a 9.200 Euro, perché possano affrontare la gravidanza e prendersi cura del bambino che portano in grembo».

Quindi è un assegno che si preoccupa in primis del bambino?

«Non solo. Vogliamo aiutare il bambino, vogliamo aiutare la mamma che si trova sola, le coppie in difficoltà, vogliamo aiutare le famiglie. Qualche giorno fa una nonna  mi ha fermato e mi ha confessato che avrebbe firmato la petizione perché l’assegno avrebbe facilitato la figlia, che per pochi euro non ebbe diritto all’assegno di gravidanza, nel convincere il marito a tenere il bambino: avrebbe risparmiato litigate! La nonna mi ha rassicurato che il nipote è nato, ma avrebbe firmato per la serenità di altre mamme e famiglie».

Chi sta appoggiando la petizione?

«Il mondo cattolicole chiese ortodosse, associazioni culturali di vario respiro, singoli cittadini e politici di varia estrazione».

La sinistra, se non sbaglio, per ora è in silenzio. Pensa che la sua petizione sia considerata di destra?

«La solidarietà e la giustizia sociale, l’aiuto ai bisognosi sono criteri di destra? O forse non hanno e non dovrebbero avere bandiera di partito? La nostra petizione non ha estrazione politica, la nostra petizione guarda al futuro, di tutti. Spero che si convenga che questi bimbi sono il futuro della nostra città, i cittadini futuri, e si smetta di trincerarsi dietro a dinamiche di partito che a me non interessano. Spero che i vari politici, nelle loro valutazioni, si ricordino che i primi bimbi aiutati da questo assegno di gravidanza hanno già cominciato a votare».

Come possiamo aiutarvi?

«Sicuramente invitando tutti i ravennati al di sopra dei 16 anni ad andare a firmare e far firmare. Può firmare anche chi frequenta Ravenna solo per motivi di lavoro o studio. Abbiamo creato una pagina Facebook che speriamo ci aiuti ad aumentare la pressione anche a livello nazionale. Insomma, speriamo che ciascuno, nel proprio ruolo, possa fare di tutto perché mamme (e quindi bambini!) meno fortunate possano vivere la gravidanza serenamente, con qualche sicurezza in più».

Maria Rachele Ruiu

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