27/09/2018

Bambini “digital”: primo documento ufficiale dei pediatri

Per la prima volta la Società italiana di pediatria ha emanato un documento ufficiale sull’uso dei media device (cellulare, smartphone, tablet, pc, etc.) per i bambini in età prescolare, andando a indagare «le conseguenze dell’esposizione MD [dispositivi mobili, ndR]» grazie all’analisi di documenti che ne espongono gli effetti sulla salute mentale e fisica dei bambini (qui il testo in inglese).

Quello delle conseguenze derivate dall’uso di dispositivi digitali da parte dei bambini è un argomento poco conosciuto, sul quale i genitori faticano a trovare e chiedere informazioni. Forse anche per questo la situazione sta diventando preoccupante, dal momento che – riporta Antonio Morra – «in Italia 8 bambini su 10 tra i 3 e i 5 anni sanno usare il cellulare dei genitori. E mamma e papà sono troppo spesso permissivi: il 30% dei genitori usa lo smartphone per distrarli o calmarli già durante il primo anno di vita, il 70% al secondo anno».

Queste le indicazioni di massima dei pediatri: «No a smartphone e tablet prima dei due anni, durante i pasti e prima di andare a dormire. Limitare l’uso a massimo 1 ora al giorno nei bambini di età compresa tra i 2 e i 5 anni e al massimo 2 ore al giorno per quelli di età compresa tra i 5 e gli 8 anni».

Inoltre, i dispositivi non dovrebbero essere utilizzati per calmare o distrarre i bambini e va privilegiato un uso insieme ai genitori, ovviamente prestando attenzione alle applicazioni utilizzate ed evitando contenuti violenti. Questo in quanto – si legge nell’Abstract del documento citato – «secondo studi recenti, gli MD possono interferire con l’apprendimento, lo sviluppo dei bambini, il benessere, il sonno, la vista, l’ascolto, la relazione tra badante e figlio».

In sintesi, quel che i pediatri avanzano è un approccio dettato dal buonsenso: se è pur vero che i media device possono portare anche benefici ai bambini, è altrettanto importante che vi sia sempre la mediazione dei genitori (la televisione concepita come “baby sitter” è un rimedio da adottare solo in casi estremi e comunque proponendo applicazioni edificanti) e che vengano posti dei limiti chiari sia a livello temporale, sia a livello contenutistico.

Infine, un dato molto importante, ma anche questo poco considerato: i bambini imparano dall’esempio dei genitori, quindi sono innanzitutto loro a dover adottare un approccio bilanciato verso i dispositivi digitali, che sono degli strumenti utili ma non devono diventare dei surrogati di affetto, di relazioni concrete, o chissà cosa ancora.

Giulia Tanel

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