07/11/2018

Bimba con “due papà”, Fusaro: «Bene Pg. Sindaci favoriscono deriva inumana»

Il filosofo Diego Fusaro interviene a commentare quanto trapelato ieri sulla posizione del Procuratore Generale della Corte di Cassazione che avrebbe definito la pratica dell’utero in affitto come “contraria all’ordine pubblico”: con queste premesse avrebbe quindi chiesto l’annullamento della sentenza della Corte d’Appello di Trento che aveva in precedenza autorizzato la trascrizione del nome del sedicente secondo padre sull’atto di nascita di due bambini nati in Canada con la tecnica della “gestazione per altri”. Fusaro ritiene giusta questa impostazione auspicando che la Corte accolga la presunta richiesta del Pg, in linea con la condanna di una pratica tuttora illegale in Italia ma resa di fatto possibile recandosi all’estero. Una sentenza che potrebbe dunque porre un serio freno ai vari sindaci che in Italia si ostinano a trascrivere i bambini nati con il ricorso alla maternità surrogata come figli di coppie gay, riconoscendo come avvenuto a Trento il titolo di padre sugli atti di nascita a chi di fatto non ha nessun legame con il nascituro.

Pensa anche lei, come risulterebbe dall’impostazione del Pg, che l’utero in affitto è una pratica contraria all’ordine pubblico?

«E’ davvero un’ottima notizia. La definizione di “pratica contraria all’ordine pubblico” ritengo sia ancora poca cosa rispetto a quella che io considero essere un’abominevole mercificazione del corpo umano. In quanto tale deve essere combattuta senza riserve, perché ne va del futuro della nostra umanità».

Cosa si sente di dire a quei sindaci che insistono con le trascrizioni di figli di coppie gay ottenuti con il ricorso all’utero in affitto all’estero e che oggi rischiano di ricevere un duro colpo se la Cassazione accoglierà quelle che sembrano essere le valutazioni del Pg?

«Dico loro che devono tenere fede al principio di umanità contro la disumanizzazione dei rapporti umani. Quelle firme di fatto andavano a favorire proprio questa deriva inumana che spero si possa al più presto fermare. Quindi il mio auspicio è che si attengano d’ora in avanti al nuovo corso della legge che, una volta tanto, spero tuteli l’uomo in quanto tale e non come una merce. Per questo auspico che la Corte accolga la richiesta del Procuratore e sancisca un principio inderogabile».

L’avvocato della coppia ha sostenuto che la Procura Generale e lo Stato non possono intervenire su questioni riguardanti la vita privata e familiare delle persone rischiando così una deriva da “stato etico”. Poi però aggiunge che tale questione è di rilevanza costituzionale e di massima importanza per la vita di tutti. Quindi ha valore pubblico o no? Che idea di Stato si va così prefigurando?

«Non è una questione privata, nel momento stesso in cui va a chiamare in causa la vita di una terza persona, in questo caso il bambino. Direi che si tratta invece di una questione totalmente pubblica perché riguarda il modo di concepire i rapporti, riguarda una libertà che non può essere intesa come mera compravendita o liberalizzazione, come invece sembrerebbe trasparire da questa concezione. Penso occorra contrastare questa pericolosa deriva senza se e senza ma, per ristabilire il principio che la vita umana non è un prodotto e il bambino non può diventare oggetto di un desiderio da soddisfare a ogni costo».

Americo Mascarucci

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