Dopo anni -per non dire decenni- di propaganda omosessualista, l’opinione pubblica inizia a presentare il conto: matrimonio gay ed adozioni per gli omosessuali sono argomenti che destano sempre più dubbi.
A differenza di quanto ci si potrebbe aspettare, bombardati come siamo dai media e dalle istituzioni (comprese quelle formative), il consenso nei confronti della sostanziale equiparazione delle unioni gay con la famiglia si sta erodendo.
Negli USA, come riportato dal quotidiano The Washington Post, nel giro di pochi mesi è stata registrata una caduta libera del fronte possibilista. Gli americani favorevoli al matrimonio gay o comunque ad una forma di relazione ufficiale tra persone dello stesso sesso sono passati dal 54% del febbraio 2014 al 49 % attuale: una caduta di 5 punti percentuali nel giro di 7 mesi.
La metà degli intervistati si è inoltre dichiarata favorevole alla possibilità da parte di imprese che forniscono servizi per i matrimoni (fioristi, pasticceri, ristoratori...) di negare il proprio servizio nel caso di matrimonio gay, se i titolari hanno obiezioni morali o religiose su questo tipo di relazione.
Sempre dalla ricerca emerge un ulteriore dato interessante: questa caduta libera dei consensi non trova nella Fede la propria ragion d’essere, ma semplicemente nella Ragione.
Alla stessa conclusione è giunta in Italia un’indagine condotta dal Censis in merito alla capacità genitoriale per le coppie gay : solo il 29% considera legittimo avere figli in un contesto omosessuale.
Le motivazioni della caduta di consenso sono probabilmente da ricercarsi anche nella sempre più marcata prepotenza posta in essere dalle lobby LGBT che in tutto il mondo -Italia compresa- disegnano una strategia lobbistica e aggressiva che parte dal reato di omofobia, per passare al matrimonio gay (od altre forme di unione) e raggiungere il vero traguardo dell’omogenitorialità.
Redazione
