09/02/2018

CEDU: non esiste un “diritto al figlio” se non c’è un padre

La CEDU, ogni tanto (non sempre), con i  diritti umani ci azzecca: ieri, 8 febbraio, ha respinto la richiesta di due donne sposate civilmente in Francia che chiedevano il riconoscimento del loro “diritto a un figlio”, anche in assenza di una figura paterna.

Il caso Charron e Merle-Montet contro Francia (n ° 22612/15) è stato dichiarato inammissibile.

Le due donne avevano chiesto chiesto all’University Hospital di Tolosa, nel 2014, di essere inseminate artificialmente con sperma di  venditore anonimo (noi ci rifiutiamo di dire “donatore” come fanno tutti, perché è un falso) perché desideravano avere un figlio. Tuttavia, la legge francese riserva il diritto all’inseminazione artificiale alle coppie infertili, per infertilità di  natura patologica clinicamente diagnosticata (L. 2141-2,  codice della sanità pubblica).

Non è il caso di due lesbiche che non sono infertili, ma non sono, invece, del tutto idonee a procreare perché non “secernono” gameti maschili da nessuna parte del loro corpo.

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Per fare un figlio ci vogliono un uomo e una donna

Le donne hanno fatto ricorso alla CEDU lamentando la violazione della loro privacy e del loro diritto a un figlio.  Data l’interpretazione piuttosto originale– per non dire ideologica – dei diritti umani cui ci ha abituato la CEDU  da diversi anni, si aspettavano una vittoria facile.

Invece i giudici della CEDU, all’unanimità, e in base al principio di sussidiarietà, hanno detto che le due donne debbono vedersela in Francia con la legge francese e i giudici francesi.

L’impossibilità per donne single e in coppia di ricevere l’inseminazione artificiale non è discriminatoria perché il loro “non poter avere un figlio” è un caso  ben diverso dalla condizione di una coppia uomo – donna che non riesce ad avere figli per un malfunzionamento dell’apparato riproduttivo di uno dei due.

Essendo casi diversi, la legge giusta li deve trattare diversamente. I casi uguali, invece vanno trattati in modo uguale. E’ questo il vero principio di uguaglianza e non discriminazione. Se la legge trattasse in modo uguale casi diversi, allora sì che sarebbe discriminatoria (pensate a una norma fiscale che facesse pagare la stessa imposta a ricchi e poveri).

Sarebbe stato troppo sperare che la CEDU avesse invocato apertamente la tutela del diritto del figlio ad avere un padre e una madre.  Quelli del figlio, per la CEDU, forse non sono diritti umani.

Redazione


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