19/08/2017

Chi fa politica, non fa figli: i leader europei non hanno pupi

Gira un simpatico scioglilingua, tra gli scrittori e i giornalisti: «Chi fa figli non fa fogli, chi fa fogli non fa figli».

Se questa frase abbia effettivo riscontro, non ci è dato di sapere: quello che è certo è che sarebbe necessario dare vita a un detto simile per i politici. Potrebbe suonare così: «Chi fa politica non fa pargoli; chi fa pargoli non fa politica». In questo caso sapremmo con certezza che è una frase vera, almeno guardando allo scenario europeo, dove il numero di leader senza figli continua a crescere.

A fornire il quadro della situazione è la rivista americana Breitbart, ripresa da Libero: «Emmanuel Macron, il presidente francese appena eletto, non ha figli; il cancelliere tedesco Angela Merkel non ha figli. Il primo ministro britannico, Theresa May, non ha figli; il primo ministro italiano Paolo Gentiloni non ha figli; il primo ministro dell’ Olanda, Mark Rutte, quello svedese Stefan Löfven, il lussemburghese Xavier Bettel, e il primo ministro della Scozia, Nicola Sturgeon – non hanno figli. E ancora: il presidente della Lettonia è Raimonds V’ jonis: senza figli; il presidente della Lituania è Dalia Grybauskaité: senza figli; il presidente della Romania è Klaus Werner Iohannis: senza pargoli pure lui. E Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, non ha né figli, né famiglia».

Qualcuno potrebbe dire che si faceva prima a scrivere chi di figli invece ne ha, e magari più di uno. La triste realtà...

Ad ogni modo, questo elenco – forse addirittura non completo – fa riflettere. Infatti, in un’Europa sempre più immersa nell’inverno demografico, mancano misure concrete che siano veramente a misura di famiglia e che incentivino la natalità: come si può tuttavia pretendere che questo tema stia a cuore, e sia realmente compreso fino in fondo, da politici che non sanno cosa voglia dire avere dei bambini e dei ragazzi da crescere (con tanto di notti in bianco, malattie nei giorni più importanti, storie da raccontare, capricci al supermercato, feste di compleanno, udienze e riunioni scolastiche e via discorrendo...)?

Politiche a sostegno di chi fa figli

Sarà pur vero che ricevere un assegno mensile per ogni figlio a carico e che qualche mese in più a casa dal lavoro non sono determinanti, ma di certo aiutano. Sono tante le giovani coppie che rimandano l’arrivo dei figli a quando si avrà il “posto fisso” – o almeno non rischierà di essere lasciate a casa perché incinte -, o a quando lo stipendio di lui basterà a coprire i mesi in cui lei non potrà lavorare...

L’arrivo dei figli sconvolge la vita della coppia e della famiglia: è un momento delicato, che va tutelato e protetto il più possibile, nella sua preziosità.

La donna dovrebbe avere la possibilità di stare a casa fin da subito, se questo è il suo desiderio; l’uomo dovrebbe avere permessi opportuni per accompagnare la propria moglie alle ecografie e alle visite e dovrebbe poter rimanere a casa per ben più di un paio di giorni dopo la nascita (che bastano appena per dormire qualche ora e andare a registrare il pargoletto all’ufficio anagrafe...). Dopo il parto, inoltre, non dovrebbe cominciare il conto alla rovescia sul giorno di rientro al lavoro della neo-mamma, con svezzamenti lampo per togliere ai bimbi la dipendenza dalla tetta e renderli autonomi a cinque mesi di vita, ma sarebbe bello poter pensare a come adattarsi a tutti i cambiamenti...

Insomma, ci vorrebbe maggiore flessibilità nel dare opportunità di vivere (con) i propri figli: dare alle donne i nove mesi di gravidanza + il primo anno del figli a casa e retribuito; e ai papà almeno 90 giorni da gestire come meglio credono nell’arco dei primi due anni dal concepimento...

A questo dovrebbe poi sommarsi un assegno mensile per figlio fino alla maggiore età, indipendente dal reddito (come è già in Germania, per esempio).

Voliamo alto? Può essere. Ma per rialzarsi dal baratro occorre puntare a cose grandi, nella speranza di raggiungere almeno un’altezza media. Tornando al tema d’apertura, quindi: i nostri politici europei senza figli (e con un’età media avanzata), riusciranno mai a mettersi nei panni dei giovani, futuri genitori e delle famiglie?

Teresa Moro

Fonte: Dagospia


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