05/12/2018

Congresso Mondiale delle Famiglie: tante opportunità per il futuro

Come ufficializzato nella seconda metà di settembre, nel 2019 la città di Verona ospiterà il Congresso Mondiale delle Famiglie. L’evento – che avrà luogo dal 29 al 31 marzo – si annuncia di fondamentale importanza per tutta una serie di fattori. Anzitutto, il calibro degli ospiti: come i lettori di questo sito già sapranno, si parla del vicepremier Matteo Salvini, del Ministro della famiglia Lorenzo Fontana, del Presidente moldavo Igor Dodon, del Patriarca della Chiesa cattolica Sira Ignazio Giuseppe III, di Massimo Gandolfini del Family Day, oltre che di Katalin Novak, Segretario di Stato e Ministro per la Famiglia Ungherese e, naturalmente, di Toni Brandi e Brian Brown, presidenti rispettivamente del World Congress of Families di Verona e di quello internazionale.

L’appuntamento veronese non sarà quindi internazionale per modo di dire, come spesso capita per eventi che si fregiano di questa qualifica così, tanto per guadagnare visibilità o darsi un tono, ma lo sarà veramente, con la presenza di numerosi pezzi da novanta. Una seconda ragione che testimonia lo spessore di questo summit planetario della famiglia emerge poi scorrendo i nuclei tematici che saranno approfonditi nei giorni dell’incontro, ossia la bellezza del matrimonio, i diritti dei bambini, l’ecologia umana integrale, la donna nella storia, la crescita e crisi demografica, la salute e dignità della donna, il divorzio e le politiche aziendali per famiglia e natalità. Uno sguardo a tutto tondo, insomma, sulle questioni antropologiche e bioetiche fondamentali. Ma non – attenzione – uno sguardo che si risolverà in un mero confronto tra esperti, come spesso accade.

Al contrario, la ricca rappresentanza di esponenti delle istituzioni – e poc’anzi, per ragioni di spazio, se ne sono ricordati solo alcuni – garantisce un fatto decisivo, ossia la concreta possibilità che quanto ci si dirà a Verona possa in tempi ragionevoli tradursi in impegni, in atti politici se non in vere e proprie iniziative legislative. Il che può apparire un dettaglio, mentre è l’esatto opposto. Infatti, uno dei limiti di decenni di pur lodevoli e partecipati convegni tenuti sui temi della famigli era il fatto che essi rischiavano di ridursi in un forse confortante ma senz’altro sterile parlarsi addosso. Ebbene, alla luce di quanto detto è invece chiaro che a fine marzo 2019, a Verona, la musica sarà diversa. Molto diversa, con la possibilità di predisporre in modo unitario risposte condivise alle maggiori emergenze antropologiche.

Questo spiega come mai, su diverse testate anche online a cui non è il caso di fare pubblicità, si inizia a guardare con preoccupazione e dileggio al prossimo Congresso Mondiale delle Famiglie: proprio perché si sa che non sarà una semplice tre giorni. Del resto, la totalità degli esponenti istituzionali presenti – fra i quali non mancheranno rappresentanti locali come il presidente del Veneto Luca Zaia e il sindaco di Verona Federico Sboarina – ha già dimostrato con i fatti, prima che con le parole, il proprio interesse a lavorare a difesa e promozione della “cellula fondamentale della società”.

A Verona, insomma, si farà sul serio. Ed è proprio questo il motivo per cui, da qui a marzo, i soliti noti si scateneranno – c’è da scommetterci – per presentare il Congresso Mondiale di marzo come un ritrovo tra omofobi e intolleranti, tra reduci del Medioevo e invasati. Nulla di cui preoccuparsi, sia chiaro. Anzi, sarà solamente l’ennesima conferma del fatto che l’evento veronese, ben lungi dall’essere un semplice incontro, potrà dare nuovi impulsi al popolo dei pro family, da un lato sempre più accerchiati e demonizzati dai mass media ma, dall’altro, sempre più consapevoli dell’importanza capitale della propria missione.

Giuliano Guzzo

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