06/11/2017

Contraccezione: usata per “separare” figli e genitori

La contraccezione non solo separa nell’atto sessuale coniugale il fine di generativo dal fine unitivo, ma è stata usata sotto forma di “educazione sessuale” dai nemici della famiglia come uno strumento per separare i figli dai loro genitori.

Ne ha parlato un medico cattolico,  Thomas Ward nel corso di una conferenza intitolata “Humanae Vitae 50 anni dopo: il suo significato ieri ed oggi”, svoltasi per iniziativa di Voice of the Family, un’organizzazione inglese che riunisce 25 associazioni pro-life internazionali. La conferenza ha avuto luogo nella Pontificia Università San Tommaso d’Aquino, a Roma.

Ward, fondatore e presidente della National Association of Catholic Families, ha detto ai partecipanti alla conferenza che «l’eliminazione dei diritti dei genitori come primi educatori è iniziata con la contraccezione e l’indottrinamento che l’ha introdotta nell’educazione sessuale».

«Presto c’è stata una sorta di metastasi: ormai l’educazione sessuale comprende la propaganda dell’aborto per le  minorenni, e l’indottrinamento omosessualista e genderista», ha detto.

La conferenza è stata organizzata per commemorare l’Enciclica Humanae Vitae promulgata da Paolo VI nel 1968, di cui si celebra il 50° anniversario il prossimo anno. L’Enciclica insegna che «qualsiasi atto matrimoniale deve rimanere aperto alla trasmissione della vita» e definisce l’uso della contraccezione (includendovi l’interruzione dell’atto) come «intrinsecamente disordinato».

Ward nel suo discorso ha raccontato di come la sua esperienza di medico di famiglia nei primi anni Settanta gli ha rivelato che molte ragazzine venivano “indottrinate” e spinte ad esperienze sessuali e contraccettive precoci attraverso «l’educazione sessuale spesso proveniente dalla Family Planning Association [Associazione per la Pianificazione Familiare], sotto le sue molte maschere».

L’ulteriore ricerca condotta dal medico sull’argomento ha rivelato che una «vasta rete di agenzie nazionali e internazionali, ideologiche, commerciali e politiche», lavoravano insieme per promuovere la “sessualizzazione” dei minori e il suo «prerequisito necessario, l’eliminazione dei diritti dei genitori».

Appare ormai chiaro, ha detto Ward, che molti, anche nel clero cattolico, hanno «ceduto sull’immoralità della contraccezione» e hanno anche iniziato ad accettare la “sostituzione dello Stato ai genitori”.

La Chiesa Cattolica insegna che i diritti dei genitori sui figli sono «insostituibili e inalienabili e pertanto non suscettibili di essere delegati interamente ad altri o usurpati da altri». Riguardo all’educazione sessuale, la Chiesa la definisce “diritto e dovere fondamentale dei genitori”, che «deve essere svolto sotto la loro guida attenta, a casa o in centri educativi scelti e controllati da loro».

Il medico ha evidenziato il collegamento che vede tra rifiutare i figli servendosi della contraccezione (e alcuni metodi, come la pillola e la spirale, sono anche abortivi) e rifiutare ai genitori i diritti sui loro figli. Non è una coincidenza se insieme all’apertura alla contraccezione tra le coppie cattoliche, viene anche un indebolimento dei diritti educativi dei genitori sui loro figli.

Ha rilevato come il 94 per cento dei Vescovi durante il Sinodo sulla Famiglia del 2015 abbia votato in favore dell’affermazione che «La famiglia, pur mantenendo il suo posto primario nell’educazione (cfr. Gravissimum Educationis, 3), non può essere l’unico luogo per insegnare la sessualità».

Ha commentato Ward: «Con questo linguaggio ambiguo, hanno  in pratica abbandonato milioni di famiglie cattoliche all’indottrinamento da parte delle lobby che promuovono il controllo delle nascite e l’omosessualità».

Ward ha anche osservato come nella Esortazione Amoris Laetitia del 2016, non ci sia alcun riferimento al diritto dei genitori ad essere i primi educatori, nel capitolo dove si parla di  “necessità di un’educazione sessuale”.

Il medico ha pure messo in rilievo come nel programma di educazione sessuale per i più giovani, pubblicato nel 2016 dal Pontificio Consiglio per la Famiglia e chiamato “Il luogo dell’incontro”, manca qualsiasi riferimento ai genitori come primi educatori dei loro figli, specialmente con riguardo all’educazione sessuale.

Pete Baklinski

Traduzione con adattamenti a cura della Redazione, non rivista dall’Autore

Fonte: LifeSiteNews


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