13/08/2018

Dal Centro di Aiuto alla Vita: «Benedetta segreteria telefonica!»

Il ruolo dei Centri di Aiuto alla Vita non dovrebbe essere solo quello di distribuire aiuti concreti. Lo scopo principale dovrebbe piuttosto essere quello di dissuadere le donne dall’aborto, aiutandole anche psicologicamente a vivere serenamente la gravidanza.

Mi trovavo a Pinerolo. Lo sportello del CAV apriva alle 10, quindi arrivavo almeno mezz’ora prima per sistemare tutto: controllare gli appuntamenti e preparare i sussidi da distribuire. Prima di ogni altra cosa, ascoltavo la segreteria telefonica: ci si trova di tutto, persino le pubblicità, ma non bisogna scoraggiarsi. Ascolto e cancello, ascolto e cancello, finché una voce giovanile, incerta e piangente, dice di avere un problema. Richiamo all’istante il numero di cellulare e fortunatamente lei mi risponde. Molto spesso chi non trova nessuno da noi va direttamente al Consultorio, dove nessuno le informa, né tanto meno le aiuta. L’iniqua legge 194 consente di andare in sala operatoria a uccidere il proprio piccino nel giro di pochi giorni. Il problema di quella ragazza è molto diffuso: giovani coppie che confondono sesso e amore, lei che rimane incinta e lui che fugge appena lo viene a sapere. Dal disordine in cui tutti – ma soprattutto i giovani – viviamo non nasce nulla di buono. Le fisso un appuntamento peri il pomeriggio stesso. Mi spiega di provare vergogna e di non voler confessare la gravidanza ai genitori; non sa cosa fare, non riesce a provare affetto per il frutto di un rapporto avuto con il ragazzo che l’ha abbandonata, pensa a un figlio che non avrà un padre...

La situazione economica, invece, non le dà alcun problema. Lei è molto incerta: sa di avere tutta la vita davanti e teme di commettere un errore irreparabile. La risposta viene da sé: le spiego che i suoi genitori, almeno in un primo momento, potrebbero rimanere sorpresi e anche contrariati; tuttavia successivamente diventeranno protettivi nei confronti della figlia incinta e del nipotino. E, con molta probabilità, i futuri nonni vivranno questa gravidanza, inizialmente non voluta, con ansia e allegria a un tempo. Quando poi il bambino nascerà, la gioia in famiglia sarà grande. La felicità di tenerlo fra le braccia sarà impagabile. Le spiego che non è sola: oltre ai suoi genitori ci siamo noi del Centro di Aiuto alla Vita, pronti ad aiutarla a risolvere qualsiasi difficoltà si possa presentare. Per quanto riguarda il ragazzo fuggito, le spiego che spesso gli uomini, quando vengono a conoscenza di essere diventati padri, ne sono fieri: iniziano a maturare e a riprendere il giusto senso della loro virilità. Potrebbe anche assumersi le sue responsabilità (“A volte ritornano!”). L’aborto, invece, è sempre un male: uccide il bambino, ma anche la mamma nel più profondo del cuore. Spesso è esso stesso causa di separazione, anche se i genitori sono sposati. Vedo con gioia che la ragazza inizia a rilassarsi e a convincersi che quello che le sto dicendo è la verità. Guarda con tenerezza i corredini che teniamo a disposizione delle mamme bisognose...

Dopo il colloquio usciamo assieme per un gelato, da buone amiche. Mi promette di pensarci, di chiamarmi in serata e, nel caso la sua decisione sia per la vita, di ripassare al Centro con i suoi genitori, in modo da far sì che comprendano meglio la situazione.
Grazie al cielo così avviene: i futuri nonni danno la loro totale e commossa disponibilità. Lo sto scrivendo con le lacrime agli occhi per la gioia. Benedetta segreteria telefonica! Evviva la vita!

Anna Maria Pacchiotti

Fonte: Notizie Pro Vita, n. 42, Giugno 2016, p. 7

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