12/10/2017

Denuncia femminista: la RAI promuove l’utero in affitto

Monica Ricci Sargentini, firma di spicco del Corsera, ha dato spazio su La 27 Ora alla condanna della  trasmissione Chakra condotta da Michela Murgia su Rai3 come «Uno spot pro “gestazione per altri” [i.e. utero in affitto], indegno di un servizio pubblico», come recita il testo firmato da varie e importanti associazioni femministe, tra cui Se Non Ora Quando-Libere, Unione Donne Italiane e persino dalla segreteria nazionale di Arcilesbica.

La lettera – denuncia alla presidentessa della RAI, Monica Maggioni – è quanto mai pertinente perché, a nostro avviso, visto quel che resta della legge 40/04, e visto che l’utero in affitto è reato, uno spettacolo del genere potrebbe configurare l’ipotesi di istigazione a deliquere e apologia di reato. 

nichi-vendola_unioni-civili_utero-in-affitto_cambio-sesso_PugliaL’ art. 414 cod. pen. punisce con la reclusione «Chiunque pubblicamente istiga a commettere uno o più reati, per il solo fatto dell’istigazione»
Prosegue il codice: «Alla pena stabilita soggiace anche chi pubblicamente  fa l’apologia di uno o più delitti. La pena prevista dal presente comma nonché dal primo e dal secondo comma è aumentata se il fatto è commesso attraverso strumenti informatici o telematici».
C’è anche un’aggravante in caso di crimini  contro l’umanità: che l’utero in affitto sia un crimine contro l’umanità, alla stregua della schiavitù e della tratta di esseri umani, è un dato di fatto. Che poi il dato di fatto non venga riconosciuto da chi è accecato dall’ideologia, è un altro paio di maniche.

La Sargentini: «Nella puntata, andata in onda sabato 7 ottobre, era presente Nichi Vendola, l’ex governatore della Puglia che ha avuto un figlio in California con il suo compagno servendosi di una madre surrogata»: ci permettiamo una piccola correzione alla brava giornalista: “... che ha “comprato” un figlio col suo compagno. Bisogna combattere la neolingua.

E infatti  “La conduttrice — si legge nella lettera — non ha mai chiesto a Vendola quanto

Elisa Gomez _utero in affitto
Elisa Gomez, la donna che ProVita ha portato in Senato per testimoniare contro l’utero in affitto, ha combattuto fino alla morte, avvenuta in circostanze misteriose, per rivedere la sua bambina (clicca sulla foto).

abbia pagato per l’acquisto degli ovociti e per la surrogacy negli Usa (il prezzo è circa 130 mila euro), né ha dato conto delle numerose testimonianze di surrogate pentite finite in tribunale per avere la possibilità di vedere i figli o per non dover abortire. Nessun accenno, poi, ai rischi per la salute, ormai più che documentati, che corrono le donne” coinvolte nella pratica».

A noi poi preme sottolineare le sofferenze inflitte al bambino: il trauma del distacco dalla madre alla nascita e poi il trauma continuo della crescita separato dalla mamma (“un concetto antropologico”, gli spiegheranno, quando chiederà dov’è... )

«La lettera è diventata in un attimo virale sui social. Tra le firmatarie Lorella Zanardo, Marina Terragni, Fabiana Giacomotti, Paola Tavella, Paola Mazzei e centinaia di altre. A Maggioni viene chiesta “una trasmissione che riequilibri l’informazione sul tema”. La promette il direttore di Rai Tre, Stefano Coletta».

L’unica partecipante alla trasmissione che era contraria all’utero in affitto, la sociologa Daniela Danna,  «è stata interrotta continuamente e ha potuto intervenire solo a inizio trasmissione senza che le fosse data la possibilità di commentare i servizi pro-maternità surrogata».

Redazione


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