20/04/2018

Di mamma ce n’è una sola: bisogna farsene una ragione

Ci fa specie che  La Repubblica si scandalizzi per una menzogna quando poi le menzogne le dà per scontate...

E’ il caso dell’articolo di qualche giorno fa  in cui Otavia Giustetti lamentava che «Niccolò Pietro, a Torino, non può avere due mamme. E’ nato il 13 aprile, lo ha partorito Chiara Foglietta che è una consigliera comunale del Pd. L’altra sua mamma si chiama Micaela Ghisleni, ma all’anagrafe hanno chiesto loro di dichiarare il falso e cioè che Niccolò è figlio di ragazza madre».

Certe persone non se ne capacitano: anche se va tanto di moda dire che un bambino ha “due mamme”, purtroppo la cruda realtà infierisce contro il romantico desiderio di due donne lesbiche: quel bambino ha una e una sola mamma. Poi avrà una amica/amante della mamma che gli vorrà bene come una sconda mamma, ma – ad onor del vero – di mamma ce n’è una sola.

Possiamo far finta che sono due mamme? Facciamo finta, appunto. Ma all’anagrafe – ancora – le finte non si possono fare, in questo caso.

«Gli uffici della Città, secondo quanto racconta la consigliera Pd, hanno rifiutato anche di ricevere la dichiarazione da parte della sola Chiara che il figlio è stato concepito a seguito di tecniche di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo con gamete maschile di donatore anonimo, come indica anche la cartella clinica».

Anche qui, si scandalizzano per un’ovvietà:  il bambino è figlio di padre ignoto. Che sia ignoto perché “di passaggio” nella vita della madre, o perché questa non l’abbia mai neanche visto di persona e si sia limitata ad acquistare il suo sperma su postal market, cosa cambia? Sempre padre ignoto è.

E invece la consigliera voleva che l’assessore comunale intervenisse e facesse d’autorità quello che gli impiegati – per legge – non potevano fare.

«La legge al momento non prevede il riconoscimento dei figli e delle figlie delle coppie omogenitoriali nati in Italia», si lamenta la neomamma. Perché la legge – ancora – sa bene che i figli le coppie omosessuali non possono averli. E’ anche sbagliato chiamarle coppie  “omogenitoriali”: è un neologismo neolinguesco che non vuol dire proprio niente. I genitori nella realtà sono e saranno sempre un maschio e una femmina, la mamma è e sarà sempre quella che tiene in grembo la creatura per nove mesi. Il resto sono menzogne.

Ma queste menzogne non scandalizzano La Repubblica. E la propaganda omosessualista sta facendo del tutto per rendere menzognera anche la legge, l’anagrafe e lo stato civile. Ci riuscirà? Può darsi. Ma la realtà non riusciranno a cambiarla.

Redazione

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