02/08/2018

Donne e Alzheimer: i figli sono un fattore protettivo

Le donne sono le persone più colpite dall’Alzheimer o da altre forme di demenza, secondo una ricerca condotta dal team coordinato da Rachel Whitmer e riportata dall’Alzheimer’s Association International Conference (AAIC 2018).

Ai dati, d’altronde, non si sfugge. Maria Carrillo, Chief Science Officer dell’Associazione Alzheimer, stando a quanto riporta Sky Tg24, ha affermato che «quasi i due terzi degli americani con Alzheimer sono donne».

Come mai avviene questo? E ci sono dei fattori che possono influenzare questa tendenza?

Entrambi gli interrogativi non conoscono una risposta certa ma, secondo quanto emerso da diverse ricerche, «le donne siano più a rischio perché, quest’ultimo, oltre a manifestarsi maggiormente in età avanzata, sembra essere strettamente collegato sia a particolari variazioni biologiche o genetiche, che a diverse esperienze di vita, come l’educazione, l’occupazione o i tassi di malattie cardiache». Insomma, le variabili che portano all’insorgenza della malattia sono molteplici, ma quelli appena elencati sembrano essere i più rilevanti.

Oltre a questo, e venendo alla seconda domanda, un fattore che influenza la tendenza a sviluppare l’Alzheimer o altre forme di demenza è il numero di figli: «Dagli studi è emerso che le donne con tre o più figli hanno un rischio di demenza più basso del 12% rispetto a quelle con un solo nato. Il rischio di contrarre la malattia sembra inoltre aumentare del 9% per ogni aborto spontaneo dichiarato dai soggetti presi in esame». Alla faccia di quella che qualcuno ha simpaticamente rinominato “la smemorina gravidica”, che affligge molte donne durante i nove mesi di gestazione: se è vero che in certe fasi della vita può capitare di essere meno attente alla realtà e ricordare meno, anche per via della stanchezza (qui un simpatico, ma veritiero video su una notte-tipo di una mamma) e dei forti cambiamenti ormonali, sul lungo periodo avere tre o più figli pare essere un alleato per una buona memoria.

Oltre a questo, i ricercatori hanno rilevato che anche l’età del menarca e della menopausa pare avere un’influenza sull’insorgenza della demenza.

Le donne che si sono aperte alla vita e non sono ricorse all’aborto, dunque, hanno una salute migliore. E, in tal senso, questa ricerca va a confermare dati già acquisiti a livello scientifico, che comprovano i benefici che la gravidanza e l’allattamento (per approfondire: qui e qui) hanno sulle donne: è vero dunque che per i figli si dona la vita (e anche il corpo, oltre a veder mutare il proprio cervello), ma è altresì vero che questi ci ripagano nel lungo periodo, a livello fisico e – questa è la speranza di ogni genitore – non solo.

Giulia Tanel

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