25/06/2016

Donne vittime di violenza domestica: in quali i Paesi di più?

Recentemente sul Washington Post è stato pubblicato un articolo che commenta uno studio molto interessante, a proposito di donne vittime di violenza domestica, “violenza di genere” e femminicidio.

Noi ne avevamo parlato qui e qua.  Questo nuovo studio conferma i dati che – chi avesse voluto – avrebbe potuto conoscere da tempo.

Da esso risulta che i Paesi europei che hanno i più alti standard in materia di tutela dei “nuovi diritti” e di “gender equality” hanno anche gli indici più elevati di violenza domestica contro le donne.

Lo chiamano “il paradosso nordico”.

I professori Enrique Gracia, dell’Università di  Valencia, e Juan Merlo, dell’università di Lund hanno rilevato che Danimarca , Svezia e Finlandia detengono il triste record del più alto numero di episodi di violenza domestica sulle donne in Europa. Le donne in quei Paesi subiscono molto di più che in Polonia, Croazia e Slovenia, per esempio. Gli studiosi hanno anche fatto i calcoli con l’eventualità che nei Paesi più “evoluti” le donne più “libere” denuncino più facilmente gli abusi rispetto alle donne più “represse” dei Paesi “bigotti e arretrati”. Non c’è niente da fare: i risultati non cambiano.

I ricercatori sostengono infatti che la violenza domestica sulle donne è scatenata principalmente da altri fattori, come l’abuso di alcol e sostanze [o la diffusa percezione di certi valori? O la pornografia – anche quella soft?].

Il giornalista del Washington Post è davvero sorpreso. Chi l’avrebbe detto che la condizione delle donne  è migliore in Paesi “arretrati” come la Grecia e l’Italia rispetto a quelli  che il politicamente corretto porta ad esempio e modello per le leggi, la mentalità e la cultura permeate di “uguaglianza di genere”? Ci hanno insegnato – e la propaganda continua a martellare – che  libertà e spregiudicatezza nei costumi sessuali, educazione sessuale completa, fin dai primi anni di scuola, contraccezione e aborto liberi e a richiesta, servono anzitutto soprattutto alla “liberazione delle donne”...

Non ci staranno mica prendendo in giro?

Francesca Romana Poleggi


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