06/03/2018

“Due papà” possono essere ricoverati nel reparto maternità?

“Due papà” che hanno comprato un bambino al mercato, possono essere ricoverati nel reparto maternità, magari insieme alla donna di cui hanno preso in affitto l’utero ?

Certamente sì, anzi  i due papà dovrebbero essere ricoverati insieme alla mamma, dicono le linee guida del Ministero della salute britannico. Ma se possibile bisognerebbe garantire un po’ di privacy ai due papà e alla madre del bambino. Forse perché così le possono togliere subito il bambino dallle braccia. Non sia mai che lei si affezioni e poi crei problemi.  E se il piccolo piange che vuole sentire l’odore e le braccia della mamma, fa niente. Anzi, se un papà si è attrezzato con un’adeguata cura ormonale e trapianti vari, magari riesce anche a dargli lui un po’ di latte “paterno”...

Il Governo del Regno Unito ha rilasciato queste linee guida la scorsa settimana conlo scopo di assicurare che le persone LGBTQIA+ ricevano la stessa cura e rispetto cui hanno “diritto” tutti i committenti (finiamola di chiamare “genitori”  quelli che i figli li comprano al mercato), anche etero o single.

Ci mancherebbe altro: mica possiamo fare discriminazioni omofobe nei confronti di due papà che sganciano fior di quatrini per il pargoletto. Il servizio deve essere completo, il ricovero in ospedale – dove quella che in realtà ha bisogno di assistenza medica è la madre del bambino, che lo partorisce – deve essere garantito e gli orari di ricevimento e le restrizioni alle visite (dei papà veri ne viene di solito ammesso uno solo!) possono ledere il famoso principio di uguaglianza nei confronti del secondo papà.

Va notato, poi, che le suddette linee guida si preoccupano anche del bambino oggetto di tutto questo mercimonio.

Non mettono in discussine che egli possa essere comprato e venduto come una cosa, ma suggeriscono che fin da piccolo bisogna spiegarglielo: fin dall’età pre-scolare bisogna fargli capire – insomma – che dietro ai due papà ci sta un inghippo e una mamma che probabilmente non potrà mai più rivedere.

L’agenzia intermediaria, il “consulente per la fertilità”,  dovrebbe ragionare con i due papà e addestrarli  alla scomoda rivelazione fin da subito (chissà se prima o dopo che i due hanno pagato...).

Qualcuno potrebbe obbiettare che nel Regno Unito l’utero “in affitto” è “vietato”: si può solo dare l’utero in comodato gratuito. Ma il contratto può prevedere un congruo rimborso spese per la madre del bambino, quindi la norma è facilmente aggirabile (e aggirata). E poi alla clinica della fertilità si pagano comunque bei soldoni per gli ovuli e l’assemlamento in vitro dei bambini (anche se i due papà ne vogliono uno solo, sarà bene fabbricarne qualcuno in più, che magari non si impiantano tutti... Tanto, poi, quelli che non servono si abortiscono. E quelli che avanzano si surgelano e poi qualcosa ci si farà. E se scadono – come i bastoncini di pesce – poi si buttano....

... Amori di papà!

Francesca Romana Poleggi

 

Fonte: BioEdge

 


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