24/05/2018

Famiglia gay – Generazione ad alto rischio

La famiglia è una sola: parola di chi è cresciuto con due donne

«Quando mi sposai avevo ancora molti amici omosessuali. Cominciarono anche loro a crescere i gli esattamente come ero stato cresciuto io. All’inizio provai ad accettarlo. Ma durò poco: davanti ai miei occhi vedevo ripetere il male che era stato fatto a me. Sebbene sapessi che era sbagliato, mi dicevo che non dovevo giudicare. Ma l’egoismo di queste persone che portavano via i figli dai loro padri o dalle loro madri, divenne insostenibile. Guardavo questi bambini disorientati e col passare del tempo sempre più aggrappati alle ragioni dei loro genitori.

Ogni figlio del mondo può ribellarsi, litigare con la mamma e il papà, dire loro che sta male. Ma nelle case omogenitoriali questo non è possibile, perché i bambini devono dimostrare ai genitori e a tutti di essere perfetti e il desiderio che hanno di essere amati li porta a sottomettersi a questo diktat implicito. È per questo che a certe domande ribattono spesso con risposte preconfezionate».

Quando la sua storia ha fatto il giro del mondo, la sua persona, la sua famiglia e la sua carriera, sono state pesantemente messe a repentaglio. Eppure, nonostante abbia dovuto nascondere la sua residenza, difendersi da false accuse e nonostante sia sposato con gli, non si è mai arreso.
Robert Oscar Lopez, professore di storia alla University State della California, è quello che per la cultura contemporanea rappresenta il bersaglio numero uno, un vero e proprio nemico pubblico.

Perché lui dà voce a quella generazione futura mai così a rischio e a quel bambino che non può ancora parlare, gridando al suo posto che il re è nudo. «Sono cresciuto – racconta il professore a ProVitacon mia madre e la sua compagna, dopo che mio padre e lei divorziarono quando ero molto piccolo. Era il 1973 quando l’omosessualità di mia madre e la mancanza di volontà di mio padre di lottare per il suo matrimonio li portò alla separazione». E così «crebbi senza uno dei miei genitori».

Lopez descrive la sua sofferenza e il fatto di non riuscire «a sviluppare la mia identità maschile: non avevo una gura di riferimento del mio sesso quindi mi comportavo come una femmina, parlavo come una femmina, vestivo come una femmina e tutti pensavano che fossi omosessuale». Purtroppo, però, era l’unico comportamento che aveva imparato dagli adulti che lo stavano crescendo: «Non poteva che essere così, non conoscevo altro».

La sofferenza di quegli anni, la compensazione della mancanza paterna tramite «rapporti sessuali con i maschi adulti quando ero adolescente», il rapporto totalizzante della madre con la compagna, che «non lasciava molto spazio a me», hanno poi spinto Lopez a riunire i pochi adulti cresciuti come lui per testimoniare la verità di fronte ai parlamenti di mezza America.

Attivandosi per cercare di opporsi alla decisione poi presa l’anno successivo dalla Corte Suprema sul cosidetto ‘same-sex-marriage’, cominciò nel 2013 a parlare ai legislatori del Minnessota spiegando loro la menzogna della lobby Lgbt. Il professore ricorda bene quando all’università cercò rifugio fra le associazioni di persone che come lui provavano attrazioni omosessuali: «Accusavano gli altri di discriminazione, ma se osavi dire che ti piacevano anche le ragazze ti emarginavano».

Lopez ha spesso descritto il bullismo subìto da una lobby incapace di accettare qualsiasi posizione che uscisse dalla propria strategia del momento. «Per fortuna, però, smisi di frequentare il gruppo di studenti Lgbt, perché mia madre si ammalò e non avevo più le disponibilità economiche per rimanere in università».

Ma la svolta avvenne più tardi: «Tornai al college, mi laureai e cinque anni dopo mi ammalai di tumore». Fu a quel punto che avvenne quella che Lopez ha de nito una ‘guarigione’: «Quando stavo male mio padre venne a trovarmi in ospedale e mi accorsi che la sua assenza era dolorosa e che avevo bisogno di guarire ricostruendo la mia relazione con lui». Lopez confessò quindi all’uomo: «Io sono tuo figlio e tu sei mio padre», provando una pace nuova. «Dopo l’intervento andai a vivere da lui».

La trasformazione che seguì per il professore fu come una ferita sanata in cui tutta la natura maschile e involuta “cominciava a liberarsi”. La seconda svolta fu durante gli studi di dottorato: «Incontrai la mia futura moglie e realizzai che la amavo, perciò non volevo rimanesse incinta senza potere stare al suo fianco e a quello di mio figlio». Così i due si sposarono e Lopez è sicuro che sarà per sempre. Non a caso quando gli si chiede quale sia il problema profondo della crisi attuale, il professore risponde convinto che “il male sta nel divorzio”, perché l’amore vero si attua con “il sacrificio del per sempre”.
E se dovesse tornare a provare pulsioni per un uomo? “È da tanto che non accade”, ma che sia uomo o che sia donna “lascerei scemare il sentimento”. Non è questo l’importante della vita, per essere felici ci vuole ben altro: «L’amore è darsi per la più alta causa del piano di Dio sull’umanità». Lopez intende quello della creazione descritto da Dio stesso nel primo capitolo della Genesi, oggi più che mai sotto attacco.

Quello per cui ha deciso di sacrificare tutto: «Credo di doverlo fare per amore di Dio e dell’umanità», in un momento in cui le vittime non sono solo i bambini, ma anche gli adulti che cadono nell’ideologia che incoraggia «le coppie dello stesso sesso a pensare che la loro unione non sia distinguibile dal matrimonio». Una vera e propria illusione, come aveva già ribadito al Parlamento del Minnesota. Perché, come si può parlare «di amore a un figlio, quando si tratta sua madre come un’incubatrice o suo padre, venditore di sperma, come un tubetto da dentifricio?».

Lopez lo ha ripetuto in ogni occasione dichiarando che il figlio è «fatto per crescere con un padre e una madre uniti» e che «tutto ciò che si fonda sulla menzogna ci si ritorcerà contro». Perché se Dio perdona l’uomo che si pente, la natura purtroppo non perdona mai.

Benedetta Frigerio

Fonte: articolo pubblicato sulla rivista Notizie ProVita di aprile 2016, pp. 15-16

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