08/01/2016

Famiglia: i vantaggi economici del matrimonio

Si dice che la famiglia è in crisi, ed è vero. Se da un lato, infatti, si chiedono maggiori risorse economiche per sostenerla e incentivarla, dall’altra ormai si afferma che il concetto di famiglia possa e debba essere esteso a tante realtà.

E se tutto è famiglia, niente più lo è. Con tanti saluti pure agli aiuti economici...

Eppure, a ben guardare, l’unità e la stabilità del nucleo familiare sono ancora garanzia di un certo benessere. Specie in questi tempi di crisi.

In merito, Actuall ha pubblicato un contributo interessante. Si tratta forse di riflessioni note, ma è sempre bene ripeterle, perché la tendenza è dimenticare certe verità.

L’economista Alejandro Macarrón, ad esempio, scrive che in una economia di scala, a parità di fattori, la famiglia genera sempre ricchezza. Una società con un maggior numero di famiglie, pertanto, assicura un maggiore impulso economico.

Ma non si tratta solo di denaro. La famiglia, infatti, trasmette anche valori, come responsabilità e risparmio. Questo vale pure nei casi di matrimoni che purtroppo non vengono coronati dal dono dei figli. E sappiamo quanto la “cultura” del risparmio – che per inciso permette all’Italia di andare avanti – è assai vantaggiosa per l’economia.

Nell’attuale contesto di grave crisi, è sempre più evidente come le famiglie siano scialuppe di salvataggio per tanti giovani. Molti hanno potuto accedere al mutuo per comprare la prima casa grazie all’aiuto dei genitori. In tempi di alta disoccupazione, molti hanno usufruito del tetto paterno e del sostegno dei nonni.

Eduardo Hertfelder, presidente dello spagnolo Instituto de Política Familiar, è convinto dello stretto legame esistente tra la crescita della povertà, l’aumento del numero di divorzi e la diminuzione dei matrimoni.

L’unità familiare e – ovvio – un certo supporto economico, rappresentano un argine contro disoccupazione, malattia, tossicodipendenza, marginalità, problemi abitativi. Senza famiglia, si resta soli di fronte a tali drammi.

La disgregazione della famiglia, infatti, produce sempre anche problemi finanziari. È ben nota la situazione dei padri divorziati, che molte volte finiscono alla Caritas perché, tra mantenimento di ex moglie e figli ed affitto, non riescono più a sopravvivere da soli. Senza contare poi le questioni psicologiche ed affettive.

I dati parlano chiaro. Il Foro Español de la Familia stima ad esempio che in Spagna il tasso di abbandono scolastico è del 25% per i figli di genitori divorziati, mentre la percentuale scende al 10% per i bambini di genitori non divorziati. Il 60% dei figli di genitori divorziati ha bisogno di un trattamento psicologico. Il 50% ha problemi con alcool o droga prima dei 15 anni.

“La Spagna sta diventando una società destrutturata, di individui senza alcuna interrelazione. Si tratta di una società in caduta, sfilacciata”, ricorda Hertfelder.

Nel 1990 si sono celebrati 220.533 matrimoni, mentre nel 2014 sono scesi a 158.425. Sempre nel 2014, le separazioni sono aumentate del 6,9% rispetto al 2013 e i divorzi del 7,2%. Nel 1998 si contavano 35.834 divorzi; nel 2014 la cifra è stata di 126.400.

Per Eduardo Hertfelder una delle cause di questo tracollo è la dominante cultura individualistica e edonista, che genera un’erronea visione del valore della vita umana. Si è infatti portati a pensare all’istituzione familiare come ad una struttura alienante, che limita la libertà degli esseri umani.

Altri problemi sono il sempre più difficile equilibrio tra lavoro e vita familiare, l’alto costo degli alloggi, gli attacchi ideologici alla famiglia e il calo delle nascite, che però è al contempo una conseguenza del declino del matrimonio.

È ovvio che questi sono i veri problemi da risolvere per risollevare la società. E la soluzione non sta nei matrimoni e nelle adozioni gay...

Redazione

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