16/11/2015

Famiglia – Sfide globali, per ciascuno di noi

A fine ottobre si è tenuto nello Utah il nono Congresso Mondiale delle Famiglie.

A nome della Fondazione Novae Terrae – che si batte per la Vita, la Famiglia, la libertà religiosa e la libertà di educazione – ha preso la parola Luca Volonté. Riproponiamo qui, in sintesi, alcuni interessanti passaggi del suo intervento dal titolo: “Sfide globali della famiglia”.

La prima sfida che la famiglia, oggi attaccata da più parti, deve affrontare è quella del potere dell’uomo sull’uomo, ha esordito Volonté. È sotto gli occhi di tutti, infatti, la constatazione di come si sia creata una società totalmente diversa dalla precedente, nella quale i genitori vedono radicalmente ridotti i loro diritti (e il loro dovere!) di educare liberamente i proprio figli, secondo i propri valori.

Stando solo al recente passato, basta guardare al pensiero di Comte, o Marx ed Engels, nei carteggi dei quali “[…] si trovano i principi e la descrizione di tutte le nefandezze attuali contrarie alla famiglia (la rottura del rapporto marito-moglie, la liberalizzazione sessuale, l’educazione alla ipersessualizzazione infantile, la rottura della famiglia come pietra angolare della rottura con la tradizione cristiana e della nascita di una società nuova). Da queste radici mortali, esse hanno infatti prodotto ideologie che provocarono decine di milioni di morti, nascono le follie della fine del ‘900 e di questo primo decennio del XXI secolo, Simone de Beauvoir, Marcuse, Deridda, Shulamit Firestone tutti traggono linfa vitale dalla follia delle ideologie mortali. A ben vedere, la stessa nascita del gender è frutto di una sperimentazione mortale di John Money sulla carne viva di Bruce/ Brenda Reimer”.

Il fatto che l’uomo abbia un potere “smisurato” provoca conseguenze tragiche – ha proseguito Volonté –, infatti, “[…] così come positivismo e comunismo portarono a milioni di morti, così sin dall’origine dell’ideologia gender c’è la ‘castrazione’ dell’uomo e il suo suicidio. La felicità dell’uomo non può essere identificata nella sua morte”.

In questo contesto, lungi dal cedere allo scoraggiamento, ognuno deve cominciare in prima persona a cambiare nel proprio quotidiano, vivendo “[…] con consapevolezza la propria natura e il proprio desiderio di vero, bello e buono”.

La democrazia liberale è oggi in crisi. Questo provoca un accentramento di poteri e conferisce agli Stati un’autorità eccessiva sui propri cittadini, che vedono lesa la loro libertà personale.

Eppure, “dire – ha affermato Volonté – e difendere la verità sulla famiglia, sui diritti dei bambini, sulla giustizia sociale, sulla libertà religiosa è dunque un compito essenziale e non delegabile, la nostra amicizia vera ci deve aiutare a svolgere questa missione sulla quale saremo giudicati da Dio e dai nostri figli”.

Nel fare questo, la memoria e la tradizione, che hanno reso grande la nostra società, sono utili per orientare le azioni dell’oggi. Così come sono necessarie la disponibilità a implicarsi in prima persona e a tessere amicizie che Volonté definisce “operose”: mantenendo ognuno la propria specificità, ma lavorando tutti nella stessa direzione. “Usiamo le grandi opportunità che abbiamo di fronte, il crescere di movimenti popolari di difesa del matrimonio e della libertà di educazione, le grandi aspettative di fedeltà e famiglia dei giovani millennials, la saggezza e le esperienze delle generazioni dei nostri padri. Usiamo dei vantaggi che i nostri avversari aprono, usiamo per noi le leggi anti-discriminatorie e hate crimes perché oggi le famiglie sono quelle discriminate, i diritti dei genitori sono negati, l’educazione dei figli è manipolata, la libertà religiosa ristretta. Leggi che sono state imposte per privilegiare minoranze e interessi potenti. Ora penso sia giunto il tempo di usare quelle stesse leggi per rispettare maggioranze popolari”.

La società attuale è più incline a reagire, seguendo le emozioni, piuttosto che a riflettere. Eppure ognuno di noi è chiamato a impegnarsi, in collaborazione con gli altri, per creare un mondo migliore: o, meglio, per evitare che i cambiamenti in peggio cui stiamo assistendo non prendano il sopravvento in maniera definitiva e irreparabile.

Redazione

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