27/01/2016

Famiglia: tutti hanno diritto di essere figli!

Quando si parla di famiglia, si parla anche di figli... di paternità e di maternità, ma anche di diritti dei bambini.

L’altro giorno uno dei miei figli mi ha chiesto di fare la lotta, così ci siamo rincorsi lungo i corridoi. E poi, ecco i salti sul letto; lui che vuole immobilizzarmi, io che lo assecondo e fingo per un attimo di essere sconfitto. Ma è solo un espediente.

All’improvviso inarco la schiena e, con la forza di un’onda anomala, lo sospingo in alto; lui, urlando di gioia, ricade sul lettone e la disputa continua. Allora lo afferro per le gambe, lui si dibatte, torcendosi veloce come un acerbo gattino, e di nuovo mi “atterra”.

Hai vinto!”, grido. Poi, il castello, i soldatini, le costruzioni, la partita a pallone nel rettangolo verde del nostro minuscolo giardino. Giochi, segreti, sguardi di intesa, un mondo dal quale la madre sembra esclusa. Solo che la sera, quando il silenzio cala e il buio avvolge ogni cosa sollevando il “coperchio” dell’anima, le paure di sempre escono dalla scatola dei giochi giornalieri. Allora il piccolo vuole la mamma, attende il suo bacio caldo e avvolgente come l’innamorato l’amata. E se quel saluto tarda, se quella carezza indugia troppo perché presa da qualche dovere improvviso, quanto “dolore”. Ma la mamma arriva sempre. Allora, solo allora, il piccolo si concede al sonno.

Mia figlia invece non ama giocare alla guerra: “Quello è un gioco da maschi!”, dice. Per lei il mondo è diviso a metà: due porzioni perfette, bellissime, complementari, come tutti i colori della natura; ne avete mai visto uno fuori posto? Ci sono l’azzurro e il rosa, le divise di due mondi diversi e misteriosi. Ci sono i film per femmine e quelli per maschi, le bambole e i fucili giocattolo; però ci sono anche i territori comuni, i Lego, il Memory e molto altro.

bambino_aborto_famigliaDa sempre esistono ruoli che nessuno ha stabilito, che tracciano confini necessari, che “difendono la meraviglia della diversità”. Proteggere ed essere protetti. Mia figlia, la sera, a volte costringe la mamma a sedersi sul divano perché vuole truccarla e pettinarla. Assisto estasiato a questo rito, la bambina si esalta “tinteggiando” il volto di una mamma arresa a quelle manine che creano, poi, trecce misteriose; manine ammirate e invidiate da noi maschi “guerrieri”. Anche la bimba che gioca a fare la donna, che sogna a voce alta un principe, che si guarda allo specchio allungando il collo, che ruota su se stessa come una ballerina indossando una gonna troppo larga, che si tinge di rosso le labbra, tanto da sembrare un pagliaccio in un circo; anche lei, a volte, cerca il “ rifugio” di papà. Come in una fortezza si accomoda fra le mie braccia e ascolta una storia, o semplicemente si “accontenta di restare lì” nell’universo rassicurante del “cuore paterno” (abbiamo parlato già qui dell’importanza del padre).

Questo è un frammento dell’essere famiglia e dell’essere genitori; questo è il sentirsi figli specchiandosi in occhi diversi ma necessari l’uno all’altro. Come la notte e il giorno, come la veglia e il riposo, come il silenzio e la parola. A tutto questo ogni bambino ha diritto.

Marco Luscia

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