22/01/2016

Family Day – Anche gli omosessuali in piazza per la famiglia!

La data del Family Day si avvicina e le adesioni continuano ad aumentare: le associazioni più disparate, movimenti e realtà ecclesiali, Diocesi intere, moltissime famiglie, persino delegazioni dall’estero... saremo tutti in piazza per amore dei nostri figli!

Anche il mondo della politica e i mass media si sta interrogando in maniera costante sul ddl Cirinnà e tutto quello che vi è connesso (in primis, la stepchild adoption), seppure non sempre in maniera approfondita e con la dovuta cautela: stiamo parlando dei nostri bambini! Della famiglia! Del futuro della società! Non di desideri e gusti personali...

Tra le adesioni al Family Day si registra anche quella dello scrittore omosessuale Giorgio Ponte, che si era già distinto a fine ottobre per aver affermato al programma televisivo Open Space, su Italia Uno: “Io sono per la famiglia… l’unica famiglia che secondo me esiste, che è la famiglia naturale” e anche “Io non farei un figlio con il mio compagno, lo farei con una donna“.

Sabato 30 gennaio al Circo Massimo ci sarà quindi anche lui, per ribadire gli stessi concetti che andiamo ripetendo da mesi e per i quali siamo spesso definiti “omofobi” e “oscurantisti”.

Ma riportiamo alcuni frasi significative estrapolate dall’intervista rilasciata da Giorgio Ponte a IntelligoNews, nelle quali si ribadisce in maniera chiara l’importanza di scendere tutti in piazza per il Family Day e viene svelato – se ancora ve ne fosse bisogno – il grande potere delle Lobby Lgbt, che guardano ai diritti più che alla vera essenza delle persone.

family-day_matrimonio -gay_Giorgio_PontePer quanto le adesioni siano numerosissime, la mia presenza è significativa come quella di tutti: una sola goccia può far traboccare il vaso in senso positivo. È importante che ci siamo tutti. [...] La battaglia del 30 gennaio, la questione delle unioni civili, è molto più universale di quanto possa non apparire quella all’interno della Chiesa per chi vuole vivere in un cammino di castità. Infatti, a prescindere da quale sia la propria condizione di vita, da ciò che si vuol fare nel privato, ci sono cose che possono essere riconosciute da tutti indipendentemente dal credo, dalle scelte personali, dal colore politico. Io conosco tante persone che sono atee e vivono col proprio compagno o hanno anche una vita abbastanza libertina e che tuttavia sono del tutto contrarie a questo disegno di legge e alle derive che può avere. Il mio appello è proprio di responsabilizzarsi.

Philippe Ariño dice che ‘Oggi il mondo è ai piedi degli omosessuali’, ed è vero: noi abbiamo il potere di far licenziare le persone, di creare class action, di buttare gente fuori dai consigli di amministrazione solo per una parola detta male. Se le persone omosessuali che vogliono difendere la famiglia e soprattutto la verità dell’essere umano nel suo binomio maschile-femminile, si rendessero conto del potere che hanno nelle mani, il loro peso nel prendere posizione e uscire allo scoperto potrebbe essere decisivo per il momento storico che stiamo vivendo. Noi possiamo fare la differenza. Noi tutti, insieme, siamo chiamati a farla. [...] Oggi qualsiasi cosa non rispetti la dottrina gay è omofoba. Quindi dire che non sono d’accordo sul fatto che due uomini possano crescere un bambino è omofobo. Ma in realtà è ben altro. Dire che non sono d’accordo con una scelta non vuol dire che io odi o non riconosca la dignità di persona umana di chi quella scelta la compie.

Questa manifestazione non è contro gli omosessuali, per questo è importante che gli omosessuali che ci saranno, e ce ne saranno tanti, in qualche modo facciano sentire la loro voce. La nostra presenza smonta questo pregiudizio. Qua non si discute sulle scelte personali di nessuno. Si può andare a letto con chi si vuole, comprare casa con chi si vuole, condividere la vita con chi si vuole, persino amare chi si vuole, e questo già lo si può fare. Ma da qui a volere ribaltare l’essenza della persona umana riducendola al suo desiderio, e arrivando a dire che due uomini o due donne sono nella sostanza intercambiabili e atti a concepire, questo è un altro discorso. La manifestazione non è contro gli omosessuali, ma in difesa della famiglia naturale, fatta da uomo e donna che portano avanti la vita insieme.

Ci sono molti modi di dare la vita in senso lato, ma uno solo è peculiare dell’unione di maschile e femminile. La generatività e la fecondità per chi ha tendenze omosessuali, così come per chi è single d’altra parte, non può manifestarsi in una genitorialità intesa come quella propria e peculiare della famiglia. Noi siamo chiamati a dare la vita come padri e madri sempre, per coloro che abbiamo attorno a noi. Mentre un bambino per crescere bene, ha bisogno di avere garantite dallo Stato almeno le condizioni minime cui ha diritto e che sono evidenti poiché inscritte nel suo concepimento: che possa conoscere le sue radici e che sia cresciuto da un padre e da una madre“.

Parole chiare, convincenti, coraggiose, queste di Ponte.

Le Lobby Lgbt sono potenti, è vero. Ma la famiglia e l’amore verso i nostri bambini lo sono di più!

Redazione

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