29/01/2016

Family Day – Ikea ci attacca. E noi la boicottiamo

Il Family Day sarà un successo e questo preoccupa le lobby Lgbt.

Domani tutti i riflettori nazionali e internazionali (si sono accreditate, tra le altre, anche le televisioni CNN e Al Jazeera) saranno puntati sul Circo Massimo. E non è un caso se pure la prima votazione del ddl Cirinnà è slittata a martedì 2 febbraio.

Insomma, il popolo che difende la famiglia e i bambini da quanti vogliono cambiare la realtà e venirci a dire che è omofobia pensare che si nasca da una mamma ed un papà, fa paura. E così, alle calunnie, alle censure e agli insulti, si aggiungono le provocazioni di Ikea.

Il colosso dell’arredamento svedese non è nuovo alle campagne a favore del cosiddetto matrimonio gay. Questa volta si schiera a favore delle unioni civili e contro il Family Day, lanciando sui social network questo messaggio: «Qualunque sia la tua idea di famiglia, se ami qualcuno non c’è bisogno di istruzioni». Dopodiché dà appuntamento sabato il 30 gennaio alle 15 in tutti i negozi della catena «per celebrare con un bacio l’idea di una famiglia aperta a tutti».

Family Day, IKEA, boicottaggio
Questa è una seduta di “studio” (indottrinamento ai fini del lavaggio del cervello) alla fine di una giornata di lavoro forzato in un laogai, un campo di concentramento cinese

La tecnica è chiara: far passare se stessi come i tolleranti, i liberali, gli evoluti. Mentre chi sarà al Circo Massimo è per forza ottuso, retrogrado e intollerante. L’Ikea difende l’amore. Il Family day l’odio. Ma noi e tantissimi altri non la beviamo.

Il sito Gay.it con sfacciataggine unica ha definito l’iniziativa «un pugno allo stomaco nei confronti di quanti si ritroveranno sabato a Roma, per negare il diritto ad altri di creare una famiglia e vederla riconosciuta dallo Stato per cui paghiamo le tasse». Il fatto che loro neghino ai bambini un padre o una madre, tra le altre cose, non li tocca minimamente. Così come l’idea, semplice ed elementare, che la “famiglia omosessuale” non è mai esistita, non esiste e non esisterà mai (si può chiamare così, si può “legalizzare”, ma una “famiglia”- per sua stessa definizione – non sarà mai omosessuale. Insomma: la Befana non esiste, anche se lo scrivessero in una legge).

Laogai_Fede e Cultura_Family Day
Questa è una lettura davvero istruttiva, che spiega come mai la roba cinese costa così poco. E le multinazionali occidentali (dalla Apple alle case di moda più esclusive) ne approfittano ben bene.

Ma nonostante il web plauda all’iniziativa, noi lanciamo piuttosto una campagna di boicottaggio di Ikea. Mai più comprare quei mobili asettici e tristi fin quando non si cambierà registro.

Tra l’altro, di motivi di boicottaggio ce ne potrebbero essere svariati: in passato l’IKEA è stata accusata di rifornirsi dai Paesi dove i lavoratori vengono sfruttati come schiavi. In particolare in Cina, dove la mano d’opera è davvero a basso costo e nelle fabbriche “normali” e, soprattutto, nei laogai: i campi di concentramento (dove – per esempio – langue il premio Nobel per la Pace 2010, Liu Xiaobo).

Il sondaggio pubblicato su RAI DUE durante la trasmissione Virus dice che gli Italiani all’80% sono contrari al matrimonio gay. Se tutti smettessero di andare da Ikea, la ditta svedese raccoglierebbe ciò che ha seminato.

Redazione

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