14/08/2018

Figlia di uno stupro, ringrazia sua madre e combatte l’aborto

Karina Estrella Etchepare è moglie, madre di due bambini, avvocato esperto in diritto di famiglia e commercialista; alla sua professione unisce un intenso attivismo pro life, parlando pubblicamente in ogni occasione per difendere il diritto di ogni essere umano di venire al mondo anche se, come accaduto a lei, concepito in occasione di uno stupro. «Il mio diritto alla vita è stato messo in discussione, e la prosecuzione della mia vita è dipesa dalla forza e tenacia di una ragazza di 14 anni, così che ora potessi raccontarvi la mia storia».

La mamma di Karina, Teresa del Milagro, era cresciuta in un contesto di assoluta povertà, alcolismo e violenza: in seguito a un abuso da parte del suo padre adottivo è rimasta incinta di Karina che ha cercato di proteggere fin da subito vedendo in lei una vita umana innocente, unica e irripetibile, riuscendo a guardare oltre il dolorosissimo evento che l’aveva chiamata al mondo. Sulla scia di quanto detto in altre occasioni (qui e qui, ad esempio) vogliamo condividere uno spunto di riflessione. Ci sono degli avvenimenti, nella vita di alcune persone, che le pongono dinanzi a un bivio: o l’eroismo o l’ingiustizia. È questo il caso della giovane Teresa. «Credo che se la RU486 fosse esistita all’epoca, oggi non sarei qui a raccontare questa storia»; dice Karina, pensando alle continue pressioni che nell’ambito familiare la mamma subì affinché non portasse a termine una gravidanza così “vergognosa”. Rendiamo onore al coraggio di questa ragazzina che ha saputo vincere il male con il bene.

Martedì 8 maggio 2018 è stato un giorno speciale per Karina, come racconta lei stessa: «È stato il giorno in cui ho urlato ai quattro venti che ogni vita è buona, nella Camera dei Deputati argentina. Tutti i pezzi del mio puzzle chiamato “vita” erano perfettamente integrati. La mia triste origine e le mie esperienze nel corso degli anni sarebbero servite a difendere la vita degli esseri più puri del mondo: i bambini non nati, coloro che non hanno voce e non possono difendersi. Ho raccontato la mia storia ai legislatori, poi ho mostrato loro il perché. “La mia storia volge al termine, ma non prima di chiedervi: osereste dirmi che la vostra vita vale più della mia perché sono il risultato di uno stupro? Spero che vi sia chiaro che sia la madre che il figlio sono vittime dello stupratore ed è per questo che dovete proteggerli. Nessuno ha il diritto di dire che una vita vale meno di un’altra, tanto meno quella del frutto di uno stupro, perché quel bambino non ha scelto lui come essere concepito”».

Redazione

Fonte:
LifeNews

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