04/05/2017

Gaystapo in Cile: bagni transgender e persecuzioni

La Gaystapo è attiva anche in Cile, Paese dove – come abbiamo avuto modo di monitorare – negli ultimi anni la rivoluzione antropologica e culturale si sta facendo sempre più forte.

Due recenti fatti finiti sui giornali stanno a testimoniare in che modo il totalitarismo arcobaleno sta imponendo i suoi dogmi e la sua volontà.

Multa per chi non approva le unioni gay

Primo episodio, che riprendiamo da El Demócrata. In Cile le coppie omosessuali possono contrarre un’unione civile, in base alla quale vengono regolate questioni patrimoniali e assistenziali. Nel 2015 due uomini, Luis Carreño e Pablo Zapata, hanno deciso di ricorrere a tale accordo e si sono rivolti ad alcune tipografie per stampare i biglietti di invito. Tra queste, la Publicamos però si è rifiutata di prestare il suo servizio. Non certo per impedire lo svolgimento dell’unione civile, quanto per ragioni di coscienza: il titolare della tipografia non ha accettato di collaborare, seppur solo remotamente, alla celebrazione di un atto in cui non crede e che non condivide. Apriti cielo! La lobby LGBT, ben organizzata sotto le insegne del Movimiento de Integración y Liberación Homosexual (Movilh) e della Fundación Iguales hanno denunciato il titolare della tipografia, Cesar Mosquera, riuscendo ad ottenere dal tribunale la condanna ad una multa piuttosto salata. Mosquera però è ricorso in appello e dovremo aspettare un po’ prima di sapere come andrà a finire questa storia. Un dato però salta all’occhio: come già accaduto negli Stati Uniti e in altre parti del mondo, con il pretesto dell’omofobia, la Gaystapo perseguita, con ogni mezzo e con vari stratagemmi, chiunque si opponga agli obiettivi dell’ideologia Lgbt. Con buona pace della libertà di pensiero, di espressione e di coscienza.

Bagni transgender

Il secondo fatto che riguarda il Cile è la recente decisione del governo, tramite la Superintendencia de Educación, di garantire il presunto diritto di bambini e bambine a vedere riconosciuta la propria identità di genere. A partire dai bagni delle scuole, che dovranno obbligatoriamente essere “inclusivi”, ossia anche transgender. Chiunque infatti deve veder riconosciuto a livello sociale quel che sente di essere, a prescindere dal dato biologico. Altrimenti saremmo do fronte ad un caso di... discriminazione e violenza: è la “verità” dell’ideologia gender! A raccontarlo è Aci Prensa, che sottolinea come il provvedimento sia stato preso e imposto obbligatoriamente da un organo dell’esecutivo senza interpellare i singoli istituti scolastici. Si tratta dell’ennesimo passo verso la dissoluzione della stessa natura umana. Da realizzare rigorosamente con imposizioni legislative ed assenza di dibattito e sotto la severa e costante sorveglianza della Gaystapo.

Redazione


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