11/12/2015

Gender a scuola – La protesta di alcuni genitori emiliani

Il gender a scuola sta diventando un problema sempre più attuale e pericoloso. Con la scusa della lotta al bullismo e alla discriminazione, si cerca di veicolare il messaggio secondo cui ogni orientamento sessuale è buono e giusto e che ogni scelta va rispettata e, se ben ponderata, sostenuta.

Il tutto spesso avviene scavalcando totalmente le famiglie, che si vedono private del diritto fondamentale, sancito pure dalla nostra Costituzione, di educare i loro figli in base ai propri valori. Per questo abbiamo voluto stampare un vademecum per aiutare i genitori in questi casi.

Essendo stati contattati recentemente riguardo a un progetto ispirato al gender, noi di ProVita abbiamo sentito alcuni genitori dell’Istituto Comprensivo “Salvo d’Acquisto” di Gaggio Montano (BO), preoccupati per il progetto “W l’Amore“, introdotto a loro insaputa.

Vi potreste presentare?

Siamo dei genitori, rappresentanti di alcune famiglie i cui figli frequentano le scuole facenti parte dell’Istituto Comprensivo (I.C.) “Salvo d’Acquisto” di Gaggio Montano (BO). Difendiamo  il diritto, costituzionale, all’educazione dei nostri figli, contro ogni tentativo di manipolazione e indottrinamento.

-Quando è stato approvato il progetto “W l’amore”? Ne sapevate niente?

Il progetto “W l’amore” è stato approvato dal Collegio dei docenti il 25 giugno 2015, su proposta degli insegnanti della scuola secondaria di I grado, che lo hanno presentato come un ampliamento del percorso in atto ormai da diversi anni nelle classi terze, dove le ostetriche della ASL di Porretta Terme svolgono interventi in aula per trattare degli aspetti anatomici e fisiologici della sessualità. Il progetto avrebbe permesso un coinvolgimento maggiore degli insegnanti nel percorso educativo, offrendo loro l’opportunità di svolgere quattro delle cinque unità previste, dopo una apposita formazione di due giornate nel mese di settembre. La proposta non è stata minimamente discussa, perché avanzata dal personale ASL con cui la scuola collabora da tempo, senza oneri per l’istituto: il progetto, infatti, è finanziato dalla Regione Emilia-Romagna. [Gli operatori ASL svolgono il progetto in orario di servizio, quindi per questo a costo zero per la scuola, ma non per l’ASL, nonostante il finanziamento della Regione, ndr].

Inoltre, era stata già approvata dal Consiglio di istituto che, convocato 15 giorni prima del Collegio, aveva anche ratificato la modifica delle linee di orientamento del POF, assegnando all’educazione alla cittadinanza il compito di contrastare il bullismo e il cyber-bullismo, di educare all’uso delle nuove tecnologie e di promuovere il benessere a scuola (nel POF del triennio precedente, invece, l’educazione alla cittadinanza aveva il compito prioritario di formare i giovani attraverso la conoscenza del territorio nei suoi aspetti storici, geografici, sociali).

-Quando vi siete accorti di che tipo di progetto si trattava cosa avete fatto?

Dal 26 giugno 2015 è iniziato il lavoro di ricerca e approfondimento dei contenuti del progetto, attraverso la lettura del manuale per gli insegnanti e del libretto per i ragazzi “Le cinque lezioni”, che non erano stati sottoposti all’esame e alla valutazione degli insegnanti. Questi materiali sono stati poi fatti conoscere a docenti, genitori e ai componenti del Consiglio di istituto, senza suscitare però in loro un grande interesse. Il Collegio, malgrado le forti perplessità manifestate a parole da diversi insegnanti e condivise da molti altri, nel mese di settembre ha confermato, ancora una volta all’unanimità, la scelta fatta a giugno, “sanando” così l’anomalia della procedura (ovvero la preventiva approvazione del Consiglio di Istituto). D’accordo con la Dirigente, il Collegio, ha ritenuto che, riguardo ai contenuti, non sia stato introdotto niente di diverso da quanto la scuola sta proponendo da anni, e cioè contenuti di educazioni civica quali il rispetto della diversità e la condanna di comportamenti violenti e di atti di bullismo.

-Il dirigente scolastico, i colleghi e gli altri organi della scuola come hanno preso la vostra protesta? Cosa vi hanno risposto? E i genitori?

Un primo gruppo di 15 genitori ha scelto di indirizzare alla Preside una formale richiesta di ricevere preventive e dettagliate informazioni non solo sul Progetto di nuova approvazione, ma anche sulle attività effettuate negli anni scolastici precedenti, per capire “cosa è stato sempre fatto” e chiarire gli elementi di continuità o discontinuità con le nuove proposte; ha richiesto inoltre una preventiva informazione su ogni proposta didattica relativa alla lotta al bullismo, al cyber bullismo, all’uso delle nuove tecnologie e al benessere a scuola, per poter efficacemente utilizzare lo strumento del consenso informato, come prevede la recente normativa del Ministero (Nota del 6 luglio 2015).

La Preside, pur dichiarando la propria disponibilità a ricevere i genitori per rispondere alle loro obiezioni e discutere i materiali del corso (consultabili nel suo ufficio), ha però opposto alle loro richieste la citazione di una sentenza della Cassazione [ormai superata e, soprattutto, non pertinente, ndr] nella quale i giudici riconoscono alla scuola il diritto di proporre percorsi didattici anche in contrasto con le convinzioni delle famiglie. Ha inoltre argomentato che quanto le famiglie hanno diritto di conoscere è contenuto nel POF, ampiamente illustrato dagli insegnanti nelle riunioni di inizio anno e, dato che il progetto stesso prevede momenti informativi con le famiglie, non è necessario ogni ulteriore approfondimento. In realtà, dal POF sono assenti i contenuti dei progetti, gli insegnanti non li hanno illustrati nel corso delle riunioni di inizio d’anno e, ad oggi, nessun momento informativo ha ancora avuto luogo. La parte di genitori che conosce il “gender” ha visionato il materiale che gli abbiamo inviato e ha presentato la lettera di consenso informato; un’altra parte non si esprime.

– Avete detto che volete andare fino in fondo alla questione e non tacere. Per questo avete interpellato noi di ProVita. Perché tanta determinazione? Non avete paura di passare per “bigotti oscurantisti”?

Noi non abbiamo paura di passare come bigotti, oscurantisti ed omofobi, perché non lo siamo.

Abbiamo tanta determinazione perché pensiamo che il modo più giusto per affrontare certi temi dovrebbe essere un percorso che promuove e incoraggia la relazione con i genitori e la comunicazione con le famiglie; un approccio alla sessualità che riconosca e valorizzi tutte le sue componenti, biologiche, psicologiche, sociali e soprattutto relazionali; che rispetti l’intimità e il pudore, che non esibisce e usa il corpo come un oggetto per ricercare il proprio piacere; che punti alla profondità dei sentimenti, alla consapevolezza e alla responsabilità nelle proprie scelte. Proposte alternative ce ne sono tante, che mettono in guardia dal bombardamento di modelli relazionali e sessuali che i nostri giovani subiscono acriticamente ogni giorno, mentre ancora non hanno raggiunto la maturità emotiva e cognitiva tale per poter scegliere e valutare liberamente i propri comportamenti.

Pensiamo che i Collegi dovrebbero valutare, tra proposte diverse, quelle che meglio rispondono ai criteri educativi condivisi, senza subire acriticamente modelli imposti. Ricordiamo che “W l’amore” è la traduzione adattata al contesto italiano del Progetto Long Live Love, attivo da 20 anni nei Paesi Bassi“Stato europeo con il minor numero di interruzione di gravidanza indesiderate in età adolescenziale”, come afferma il Manuale per gli insegnanti nell’introduzione al corso, proposto in quanto modello cui fare riferimento. In realtà, i dati diffusi nella Relazione del Ministero della Salute sulla legge 194 del 15 ottobre 2014, evidenziano l’esatto contrario: nel 2011 in Olanda il ricorso all’aborto tra le minorenni è stato percentualmente 3 volte superiore che in Italia (p. 22 del Documento).gender_scuola_buona-scuola

Secondo voi cosa c’è di sbagliato nel progetto adottato dall’istituto?

Basta citare alcuni passaggi del Manuale per gli insegnanti.

1) “Come includere la pluralità sessuale: quando si parla di relazioni e sessualità si tende a dare per scontato l’orientamento sessuale delle persone. Durante la discussione cerca di non fare solo esempi eterosessuali ma includi riferimenti a tutte le possibili modalità affettive e sessuali […]. Rispondi alle reazioni omonegative sottolineando che l’omosessualità è solo uno dei possibili orientamenti sessuali. Ricorda che l’unica differenza tra le persone omosessuali e eterosessuali è la presenza dello stigma sociale [ …]. Se vuoi dedicare più tempo alla pluralità sessuale puoi contattare le associazioni Lgbt presenti sul territorio” (pp. 13-14).

Dal materiale per i ragazzi “Le cinque lezioni”, invece, si ricavano altri insegnamenti.

A p. 10 leggiamo la testimonianza di “Marta 14 anni: non si parla mai di masturbazione delle ragazze. Invece anche noi lo facciamo. E non ci si dovrebbe vergognare”. E ancora alla pagina 11: “Uno dei modi per conoscere il proprio corpo e provare piacere è masturbarsi. Significa toccarsi e accarezzarsi dove ti piace di più. Lo fanno sia i maschi che le femmine. Quanto spesso varia da persona a persona ma è anche assolutamente normale non avere voglia di farlo”.

Alle pagine 30, 33, 36, 42 e 43 leggiamo:

“Gli stereotipi di genere esistono in ogni società e in ogni epoca. Il contesto in cui vivi, le relazioni che hai in famiglia, a scuola, con gli amici e ciò che vedi nei media (Tv e internet) ti possono influenzare. I modelli di uomo e di donna li puoi trovare in tutti i luoghi che frequenti e in tutte le persone che incontri, compresa la famiglia”.

 “I modelli non devono diventare una gabbia e impedirti di essere te stesso”.

“Non c’è un modo giusto di essere maschi o femmine e non ci sono caratteristiche esclusivamente maschili o femminili! Esistono piuttosto modi di essere per esprimere te stesso/a, conoscere gli altri e trovare il tuo modo di stare con loro, prendendo consapevolezza delle influenze del contesto in cui vivi e dei tuoi desideri”.

Non c’è un modo giusto per vivere queste emozioni (l’innamoramento), l’adolescenza è un periodo di cambiamenti in cui si fanno nuove esperienze che nel tempo potranno modificarsi”.

“Orientamento sessuale è un termine usato per indicare i diversi tipi di attrazione sessuale ed affettiva verso persone di sesso opposto (eterosessualità), dello stesso sesso (omosessualità) o di entrambi i sessi (bisessualità)…

E ancora: “ho sempre pensato che per crescere bene in una famiglia ci dovessero essere un padre e una madre. Invece ho amici con genitori separati, single o addirittura omosessuali! Ho capito che quello che conta davvero è volersi bene” (p. 31).

“Non in tutti i Paesi si può esprimere o vivere apertamente l’omosessualità. In Italia non è possibile né il matrimonio né l’adozione per le coppie omosessuali (p. 43).

“Spesso si sente dire che l’omosessualità non è normale o che è una malattia. Queste opinioni possono dipendere dal fatto che non si conosce bene l’argomento e se ne è spaventati. I pregiudizi di questo genere possono portare a episodi di aggressività e violenza verso le persone omosessuali. OMOFOBIA: termine con cui si intendono pensieri, sentimenti e comportamenti negativi rispetto all’omosessualità e alle persone omosessuali” (p. 44).

ProVita non può che esprimere solidarietà e dare sostegno a questi genitori coraggiosi.

Federico Catani

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