09/01/2015

Gender e sessualizzazione precoce dei bambini

L’ideologia gender , l’omosessualismo, il femminismo radicale, come abbiamo più volte spiegato ai nostri lettori, sono prodotti della rivoluzione culturale degli anni ’60 (che ha radici ancor più remote) che punta alla “liberazione” dalle regole, dall’autorità e riduce l’essere umano a un ammasso di carne schiavo di “sesso, droga e rock ‘n roll”.

Il fatto che questa mentalità sia stata assorbita dalla cultura mortifera che oggi risulta dominante, in quanto “politicamente corretta”, è purtroppo innegabile.

In particolare, i famigerati “Standard” dell’OMS per la sessualizzazione precoce dei bambini nelle scuole sono espressione lampante di essa.

Abbiamo più volte allertato i genitori: dietro i progetti contro il bullismo e l’omofobia spesso ci sono associazioni LGBT che propagandano l’omosessualismo e l’ideologia gender.

Abbiamo raccolto decine di migliaia di firme  per chiedere alle autorità competenti che nelle scuole entrino progetti educativi a misura di bambino, di essere umano, e condivisi con le famiglie.

E invece idee malsane e fuorvianti possono essere propalate e/o imposte ai bambini anche da persone che non appartengono (almeno ufficialmente) al mondo LGBT e che magari si sono infiltrate in associazioni di tutto rispetto che combattono per cause nobili.

Viene subito alla mente Amnesty International e i suoi progetti per i “nuovi diritti umani”. Ma c’è poi una vicenda denunciata a Notizie ProVita da un gruppo di genitori di una scuola elementare che desiderano restare anonimi, ma che merita d’esser conosciuta dai nostri lettori.

I genitori, che – comprensibilmente – hanno chiesto di non pubblicare la loro identità, senza essere stati sufficientemente informati, hanno visto i propri bambini partecipare a un progetto di “prevenzione della pedofilia” organizzato da associazioni accreditate dal Ministero delle Pari Opportunità. Nel visitare i siti internet di tali associazioni, lo scopo appare nobile e giusto. Il metodo sembra coinvolgere i genitori a 360 gradi (sembra che ai bambini si insegni proprio a raccontare tutto ai genitori).

All’atto pratico invece ciò che è stato presentato ai bambini è stato molto diverso da quello che ci si aspettava. La prevenzione e la lotta alla pedofilia, si è tradotta in scoperta della sessualità, all’iniziazione al carattere piacevole delle proprie potenzialità sessuali. L’approccio a certi temi è stato esplicito, scioccante, nettamente criticato da pediatri e professionisti consultati a proposito. Alcuni bambini han chiesto di uscire, altri sono tornati a casa decisamente sconvolti, turbati, disgustati. Il tutto si è svolto in tempi serrati, come per impedire ai genitori di esaminare e ponderare serenamente la cosa. La “psicologa” che ha condotto gli incontri non risulta all’albo, non è stato possibile ad alcun osservatore partecipare, registrare filmare: quindi i genitori sono stati decisamente esclusi – di fatto – dal programma. Del progetto, tanto decantato come serio e accreditato, non c’è traccia né sul POF, né sul sito internet della scuola.

Ciò dimostra che la soglia di allerta e di attenzione dei genitori deve salire. E prima di dover finire in galera per difendere i nostri figli da queste porcherie, battiamoci con le unghie e con i denti, affinché sia inviolabile il diritto dei genitori di educare i bambini con i tempi, i modi e i mezzi che ritengono più opportuni. L’educazione sessuale deve essere graduale e va fatta a casa, in modo naturale, senza “tabù”, ma con il massimo rispetto della natura e del temperamento dei bambini. Certo, i genitori possono sbagliare. Ma è molto più accettabile che sbaglino loro, piuttosto che degli estranei, a volte incompetenti, e – spesso – ideologizzati e in mala fede.

Firmate e fate firmare la nostra petizione. Difendiamo i nostri figli dai lupi travestiti da pecore...

Francesca Romana Poleggi

 

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