18/12/2018

Genitori e figli a concerti trap, parla Fusaro: «Nichilismo imperante e diseducazione permanente»

Si sta discutendo in questi giorni di rapporto genitori-figli, soprattutto nei principali talk show televisivi, complice la tragica vicenda di Corinaldo e la morte di sei persone (cinque adolescenti e una mamma) che erano andati in una discoteca a seguire il concerto del cantante trap Sfera Ebbasta. Ci si è interrogati soprattutto su come sia possibile che, dei genitori, arrivino loro stessi ad accompagnare i figli adolescenti al concerto di un cantante che nei suoi testi sembra inneggiare allo sballo, esalta la droga, parla del sesso con linguaggi decisamente inappropriati per un pubblico minorenne. Poi ci sono le responsabilità della tragedia ancora tutte da accertare, ma viene spontaneo domandarsi se molti genitori non abbiano abdicato al loro ruolo educativo trasformandosi di fatto in meri esecutori dei desideri individuali dei figli, perdendo la capacità di saper dire dei “No”. Argomento questo che ha sicuramente a che fare con la necessità di riscoprire e valorizzare il ruolo della famiglia naturale fondata sul matrimonio che sarà uno dei temi al centro del Congresso Mondiale delle Famiglie (World Congress of Families, Wcf) che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo 2019. Noi di Pro Vita abbiamo intervistato il filosofo Diego Fusaro che ha già dato la sua adesione al Wcf e che è da anni in prima linea nel riaffermare la centralità della famiglia quale prima ed essenziale cellula educativa della società.

Genitori che accompagnano figli di undici anni ai concerti di cantanti trap che inneggiano a droga, sballo e sesso libero. Siamo si fronte alla necessità di ripensare il ruolo della famiglia?

«Parlerei di rottura del patto generazionale fra padri e figli, madri e figli, nella misura in cui questi non sanno essere più educativi seguendo le tendenze del desiderio illimitato del figlio. Questo infatti desidererebbe illimitatamente ogni cosa se non vi fosse un’educazione che proprio limitando rende ogni desiderio realmente produttivo. Tutto ebbe inizio quando in un liceo di Milano allagato dagli studenti i genitori intervennero in massa a dar loro ragione anziché schierarsi con i docenti».

La musica trap e chi la produce con tutti i messaggi negativi che rischia di trasmettere è anche un po’ il simbolo di un mercato che si fa sulla pelle dei giovani?

«Non so cosa sia la musica trap, io non vado oltre Mozart e Beethoven. Mi pare di capire sia consona con il nichilismo imperante e promuova in qualche modo una forma di diseducazione permanente. Se già Platone a suo tempo ne La Città Ideale proponeva, in quel caso sbagliando, di escludere gli artisti, ebbene se questi sono gli artisti, oggi avrebbe paradossalmente ragione».

Come tornare ad un sano rapporto genitori-figli?

«Credo che il primo compito sia quello di ripristinare un sano rapporto paideutico, all’interno del quale il genitore si comporti da genitore e il figlio sia trattato da figlio. Il ruolo del genitore non può essere quello di assecondare, sempre e comunque, il desiderio del figlio e di accompagnarlo ai concerti o dovunque voglia andare; suo compito è porre dei limiti per incanalare il desiderio in modo che questo diventi produttivo e non nichilistico. Educare significa innalzare, elevare dal basso verso l’alto».

Quanto è necessario per un genitore saper tornare a dire dei “No”?

«Educazione vuol dire sempre porre dei limiti. Se non c’è la funzione limitante dell’educare non c’è alcuna funzione educativa. Non a caso alcuni anni fa uscì un libro che si intitolava proprio I No che aiutano a crescere (di Paolo Crepet ndr) La capacità di saper dire dei “No” è sempre fondamentale per generare uno spazio di auto-coscienza e una piena presa di coscienza del fatto che non tutto è sempre possibile. Ciò a maggior ragione nell’epoca dell’illimitatezza sfrenata».

Americo Mascarucci

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