09/01/2013

Gianna, Emilia, Chiara: donne a immagine e somiglianza di Dio

Emilia Kaczorowska e Gianna Beretta Molla. Due donne lontane tra loro, nate in epoche e nazioni diverse, accomunate però da una fede così forte e radicata che le ha portate a fare la stessa scelta: anteporre la vita di un’altra persona alla propria.

I frutti benèfici di questa decisione li abbiamo vissuti noi tutti. Uno di questi si chiama Giovanni Paolo II, il Papa che ha dato luogo ad uno dei Magisteri più straordinari della storia dell’umanità, grazie ad una spiritualità profonda forgiata dall’insegnamento e dalla testimonianza di queste due “mamme”: una nella carne e una nello spirito.

ZENIT ha parlato di tutto questo con il giornalista, scrittore e critico italiano Renzo Allegri, autore di famose opere come “Il Papa di Fatima” e “Padre Pio un santo tra noi” e di “Le due madri di papa Wojtyla” recentemente pubblicato. Presentando il suo nuovo libro, Allegri ha offerto anche un’articolata riflessione sull’importanza del ruolo della donna, della trasmissione della fede e del valore della vita umana. Di seguito la prima parte dell’intervista.

Le due mamme di papa Wojtyla del titolo del libro sono la madre naturale del Beato – Emilia Kaczorowska – e Santa Gianna Beretta Molla. Che relazione c’è fra le due donne?

Renzo Allegri: Gianna ed Emilia sono legate da un preciso dato di fatto: sono due donne che avevano creato una famiglia cristiana esemplare, dentro la quale vivevano santamente.  Ad un certo momento sono state  chiamate a fare una scelta difficile, eroica, e tutte e due non hanno esitato ed hanno sacrificato la propria vita per quella del bambino che portavano in seno.

La storia di Gianna è conosciuta perché accaduta in tempi vicini al nostro e perché Gianna è stata  recentemente  dichiarata santa  dalla Chiesa; mentre la storia di Emilia non la conosce praticamente nessuno. Si sa che fu la madre di Giovanni Paolo II, che morì quando il futuro Papa aveva soltanto nove anni, e poche altre informazioni. Anche Giovanni Paolo II non ha quasi mai parlato di sua madre. Ma da piccoli dettagli, brevi racconti di persone che l’hanno conosciuta, fuggevoli accenni in conversazioni o interviste, si ricava che Emilia era una mamma cristiana esemplare e, come Gianna Beretta ha dovuto, ad un certo momento, fare una scelta eroica. E non ha avuto esitazioni a sacrificare la propria esistenza per la vita del figlio. Karol Wojtyla sapeva tutto questo. Elevando alla gloria degli altari Gianna Beretta, pensava anche a sua madre che, come Gianna, aveva fatto la stessa scelta eroica.

Qual è dunque l’intento del suo libro?

Renzo Allegri: Di focalizzare la riflessione dei lettori sul fatto che le mamme sante non sono solo quelle che vengono ufficialmente proclamate tali dalla Chiesa. Ce ne sono tante altre, che vivono nel nascondimento e nel silenzio la loro fede in Dio, compiendo, a volte, anche scelte eroiche che non sono eclatanti perché non hanno conclusioni drammatiche immediate. È il caso, appunto, della mamma di Giovanni Paolo II, ma ci sono tanti altri casi anche nel nostro tempo. Basta pensare a quelle mamme che, da esami clinici, vengono a conoscere che il bambino che portano un grembo ha gravi problemi, sarà disabile e quindi non sarà mai una persona normale. Si sentono consigliare l’aborto, ma non ascoltano, abbracciando in questo modo un calvario doloroso e interminabile. Sono mamme sante, come Gianna e come Emilia.

L’ultima, in ordine cronologico, è stata la giovane romana Chiara Corbella Petrillo, scomparsa a giugno. Lei ha seguito la sua vicenda? Cosa pensa a riguardo?

Ho seguito la storia di Chiara Corbella Petrillo. È certamente un’altra Gianna Beretta Molla. Penso che sarà proclamata santa perché la sua scelta eroica finale, sacrificare la propria vita per il bambino che aveva in seno, è stata una conseguenza logica con il suo normale modo di vivere alla luce della fede cristiana. Sono esempi luminosi, che nessuna critica, nessun atteggiamento scettico riescono a spegnere.

In una società cinica come quella attuale, di fronte a questa e ad altre storie simili si è parlato spesso di “incoscienza”, “esaltazione religiosa”, “follia” o addirittura “egoismo”. Qual è, secondo lei, il vero messaggio della testimonianza di queste donne?

Renzo Allegri: Queste mamme, con le loro scelte eroiche, richiamano l’attenzione sulla “verità” e sulla “vera importanza” della vita umana. Oggi, il problema della vita è di grande attualità. Se ne discute continuamente sui giornali, alla televisione, su Internet, su tutti i media e anche nelle famiglie. La tesi preponderante e dilagante in questo nostro tempo è, purtroppo, quella che fa capo a una corrente pseudo-scientifica atea. Le posizioni della Fede cristiana sono quasi ignorate nei media, quando non ridicolizzate come appartenenti a un mondo sorpassato. E le conseguenze di questa massiccia propaganda sono drastiche, perché coinvolgono anche persone che si ritengono cristiane.

L’insegnamento della Fede Cristiana su questo argomento è chiarissimo e non ammette deroghe perché la verità è una sola, non può essere cambiata mai. Non si tratta di verità “scientifica”, ma di “verità rivelata” da Dio, quindi, per il credente, “assoluta”. Verità che, tra l’altro, è chiaramente spiegata nel “Catechismo della Chiesa Cattolica”, al capitolo primo, paragrafo 6, e si può riassumere in queste due affermazioni:

Dio ha creato l’uomo e lo ha creato a propria immagine e somiglianza

L’anima spirituale non viene dai genitori, ma è creata direttamente da Dio ed è immortale”.

Cosa significano queste due affermazioni?

Renzo Allegri: La prima spiega “chi è” veramente la persona umana nella visione cristiana: cioè un essere che, essendo simile a Dio, ha una dignità immensa, un valore inestimabile, una vita, la sua, che ha avuto un inizio e non avrà mai più fine. La seconda rivela un dettaglio, sul quale raramente ci si sofferma a riflettere: “la trasmissione della vita”. Dio ha creato l’uomo, maschio e femmina, affidandogli il compito di trasmettere la vita. Ma non “tutta” la vita!

I genitori trasmettono al proprio figlio la parte fisica della persona e quella psichica, anche lo spirito vitale. L’anima, però, cioè quel principio che rende l’uomo simile a Dio, viene creato direttamente da Dio, caso per caso, perché ogni essere è unico. Perciò, all’origine di una nuova vita umana, non ci sono solo “due” concause, i genitori, ma “tre”: padre, madre e Dio. La nuova vita, quindi, non è proprietà esclusiva dei genitori. Il vero significato delle scelte di Gianna, Emilia, Chiara e di tutte le mamme credenti che, come loro, sono pronte a qualunque sacrificio per testimoniare la vita, ha la sua radice e la sua giustificazione in questa “Verità rivelata”.

di Salvatore Cernuzio

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