03/07/2013

Gli attivisti pro aborto non sopportano che le donne povere abbiano famiglie numerose

Impressioni della terza conferenza globale “Women Deliver” svoltasi il 28-30 maggio 2013 a Kuala Lampur, Malaysia

Alla conferenza nella grande sala da ballo i congressisti sono rimasti senza fiato per il video in cui una donna diceva che aveva ventidue figli. Il messaggio che hanno lanciato è stato chiaro: “Dobbiamo fare qualunque cosa per impedirlo”.

E’ andata avanti così per quattro giorni; i congressisti hanno riflettuto su come e perché affrontare il “bisogno insoddisfatto” della contraccezione e l'”aborto sicuro” per impedire che le donne povere abbiano così tanti figli, che mettono a rischio le loro vite e le mantengono in povertà.

Gli organizzatori hanno ampiamente ignorato ogni messaggio che non si conciliasse col primato della contraccezione e dell’aborto. Le presentazioni che si discostavano da questo messaggio sono state pubblicizzate poco, poste in sale meno prestigiose e orari scomodi. Gruppi misconosciuti avevano viaggiato fino in Malesia nella speranza di ottenere supporto per bisogni sanitari essenziali per donne e ragazze, al di là della selettiva agenda dei detentori dei diritti sessuali e riproduttivi.

Il dottor Lawal Oyeneyin, Direttore Medico Capo dell’ospedale della Madre e del Bambino di Akure, nello stato nigeriano di Ondo, ha dichiarato al Friday Fax: “La maggior parte delle donne che nel mio stato in Nigeria sono morte per le complicazioni del parto, avevano gravidanze volute”. Il medico ha portato a Women Deliver un documentario che mostra come l’attenzione del suo ospedale per la salute della madre e del bambino sia un modello per l’Africa.

I sostenitori della pianificazione familiare hanno avuto largo successo nel sostenere senza dubbi e senza incertezze che le gravidanze ripetute siano dovute alla mancanza di contraccezione e che la maggioranza delle gravidanze siano non pianificate o non volute. Nel 2013 il governo degli USA ha indirizzato più fondi alla pianificazione familiare e ai programmi di controllo della popolazione all’estero di quanto abbia fatto per la salute delle madri e dei bambini.
“I nostri dati ci dicono che di circa 17.000 parti avvenuti durante questi 3 anni in cui abbiamo gestito l’ospedale, solo meno del 4% sono stati di c.d. grandi multiple, cioè di donne con più di 4 parti precedenti” riferisce il dott. Oyeneyin.
“Penso che i mezzi più potenti di “controllo della popolazione” consistano nell’educazione delle ragazze a livello universitario e in un miglioramento nelle strategie per la sopravvivenza dei bambini, così che le donne nei villaggi non sentano il bisogno di avere così tanti bambini, potendo esser sicure che i bambini sopravviveranno fino all’età adulta per assisterle nella vecchiaia”, ha continuato.
Un secondo sforzo messo da parte a Women Deliver è stato la gestione dell’igiene mestruale. Generalmente ignorata dagli attivisti dei diritti sessuali e riproduttivi, la gestione dell’igiene mestruale è pretermessa, sebbene importante per terminare pratiche discriminatorie. Un gruppo di esperti ha infatti riferito sulle difficoltà connesse con le mestruazioni, che allontanano milioni di ragazze e donne dalle loro famiglie e dalle case per la credenza che siano impure durante tale periodo del mese. In alcune regioni, le ragazze e le donne sono costrette a dormire fuori dalle loro case, non possono usare il rubinetto dell’acqua famigliare e sono a rischio di violenza mentre si dirigono verso sorgenti d’acqua alternative.

Traduzione con adattamenti a cura di Paolo Smeraldi

Clicca qui per leggere l’articolo originale pubblicato da LifeNews in lingua inglese

di Lisa Correnti

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