05/12/2015

Gravidanza: in futuro sarà anche “per lui”?

La gravidanza: nel giro di qualche anno non sarà più una prerogativa esclusivamente femminile?

La notizia è stata pubblicata qualche settimana fa su Yahoo, con un articolo dal titolo: “La chirurgia potrà fornire gli uomini di un proprio utero nello spazio di 5 anni”.

Questa affermazione, apparentemente fantascientifica, trova basi nel fatto che presso la  “Cleveland Clinic”, nello Stato dell’Ohio, è possibile eseguire trapianti di utero in donne che ne sono nate prive o che presentano qualche problema.

Allora, si sono domandati i più aperti al progresso, perché non dovrebbe essere possibile fare lo stesso anche sugli uomini, intesi come individui di sesso maschile XY?

L’autrice dell’articolo, la giornalista statunitense Lisa Kaplan Gordon, prospetta che il momento in cui si potrà dare una risposta concreta a tale quesito è più vicino di quanto si possa credere.

A sostegno della sua tesi, la giornalista di Yahoo riporta infattiscrive De Mattei su Osservatorio Genderil parere della dottoressa Karen Chung, esperta di studi sulla fertilità presso la Southern California’s Keck School of Medicine, la quale ha affermato di essere assolutamente ottimista e fiduciosa riguardo il fatto che i tempi per la gravidanza maschile siano ormai maturi ed imminenti:  ‘La mia ipotesi è di cinque, dieci anni di distanza, forse anche prima“.

Risposta, questa, cui la giornalista non muove obiezioni e che, anzi, valuta pressoché normale in un contesto di continue scoperte scientifiche come quello attuale, dove le donne transgender possono addirittura “[...] aggiustare la loro biochimica per sopprimere gli ormoni maschili a favore di quelli femminili, hanno seni che possono persino allattare e le loro vagine ricostruite hanno un ‘neoclitoride’ in grado di provare piacere”.

gravidanza_aborto_RU 486_gravidanza indesiderataInutile sottolineare, quindi, come questa scoperta scientifica altro non farà che aprire ulteriormente all’affermazione del transgenderismo nella nostra società, con uomini che verranno chiamati “mamma” e donne che verranno chiamate “papà”. Perché questo succederà, non altro: se si nasce XX, tali si rimane, e viceversa. Tutto il resto sono credenze.

Allo stato attuale – riporta ancora De Mattei –  i trapianti di utero sono ancora in una fase di studio e ricerca, riservati alle donne che soffrono di un fattore di infertilità uterino (UFI). Un team svedese, scrive la Gordon, ha già trapiantato con successo uteri ottenuti da donatori vivi, ottenendo cinque gravidanze e quattro nati vivi. [di questo abbiamo parlato qui, e abbiamo rilevato i problemi gravi che derivano da tale pratica, ndr]. Nei prossimi mesi, il gruppo di esperti della Cleveland Clinic ha in programma di trapiantare uteri da donatori deceduti in pazienti di sesso femminile affetti da ‘UFI’. Il trapianto chirurgico di utero, specifica inoltre la giornalista di Yahoo, ‘[...] è difficile e pericoloso, dal momento che richiede ai pazienti di assumere farmaci antirigetto per tutta la loro gravidanza, esponendoli inoltre a rischio di infezioni. Ma per molte donne, e presumibilmente per molte donne transgender, il rischio vale la ricompensa’“.

Naturalmente tutto questo va però a scontrarsi con la naturale differenza tra uomo e donna. Ma per questo bastano dosi massicce di ormoni (in particolare gli estrogeni e il progesterone necessari per preparare l’utero ad affrontare una gravidanza) e un po’ di fantasia: da dove può essere introdotto l’embrione creato in vitro nell’utero trapiantato se non esistono collegamenti tra quest’ultimo e la vagina artificiale?

Insomma: una cosa è trapiantare un organo mancante in un corpo che “ne sente la mancanza”; altro sarebbe il ricostruire artificialmente una buona parte del sistema riproduttivo femminile in un corpo che non è geneticamente, biologicamente e fisiologicamente predisposto. Il che – al momento – è pura follia.

Redazione

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