Il riferimento al cuore non è solo una metafora scontata. Abbiamo già visto che il matrimonio fa bene alla salute, sia dei singoli he della società civile.
Un’altra conferma in tal senso arriva dalla natozia riportata dal The Guardian qualche giorno fa.
Una ricerca condotta dal prof. Rahul Potluri, fondatore del gruppo di studio ACALM della Aston University, presentata alla conferenza della British Cardiovascular Society, a Manchester, all’inizio di questo mese, rileva che il matrimonio può migliorare le possibilità di sopravvivere a un attacco di cuore. Le persone sposate, infatti, hanno il 14% in meno di probabilità di morire di infarto rispetto ai single. I divorziati se la passano peggio di tutti: hanno il 7% di probabilità in più di morire per un attacco di cuore di quelli che vivono da soli.
I ricercatori ritengono che i benefici per la salute derivanti dal matrimonio dipendono dal maggiore sostegno fisico e mentale che i pazienti sposati si offrono a vicenda.
I dati elaborati provengono dalle cartelle cliniche di 25.000 pazienti anonimi, prese dagli ospedali nel nord dell’Inghilterra tra il gennaio 2000 e marzo 2013. Avevano un’età media di 67 anni e più del 60% erano uomini.
Subito c’è stato chi ha obiettato che non è il matrimonio in sé a essere necessario, l’importante è non essere soli. Certo. Ragionevolmente, però, nonostante le eccezioni (che confermano la regola) è più pensabile che non sia solo chi ha scelto liberamente e volontariamente di condividere nel bene e nel male la sua esistenza con qualcuno altro, con cui ha avuto figli – e magari nipoti – che pure collaborano in certe situazioni di crisi... in una famiglia, insomma, normalmente di fronte alle difficoltà, l’unione fa la forza.
Redazione
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