22/10/2016

Il padre: una figura fondamentale, oggi assente

Il padre. O il papà, o il babbo, o il papi... a seconda della zona d’Italia, il modo di chiamarlo cambia. Quello che però non cambia è la sua importanza, il ruolo fondamentale che il padre svolge nella vita dei suoi figli.

Le scienze non hanno dubbi nell’affermare che i bambini che crescono con entrambe le figure genitoriali presentano un maggior benessere psicofisico.

Per crescere servono dunque sia la madre, sia il padre. Uomini e donne svolgono infatti un ruolo diverso nell’accompagnare lo sviluppo dei figli: la madre ha un ruolo maggiormente volto alla cura e all’accoglienza, mentre il padre incarna la legge e spinge il figlio nel mondo.

Scrive il professor Claudio Risé: «Il padre serve semplicemente a consentire che ogni cosa prenda il suo posto. A partire dal posto del padre si definisce l’ordine simbolico in cui si dispone il resto della famiglia. Il padre è figura del limite – “di qui non si può andare” – e di direzione, di senso – nel significato, appunto, di orientamento: “cerca la tua strada, che io comincio a proporti”. Limite e spinta direzionale che derivano anche dal fatto che ci ha messo al mondo lui, con quel primo getto ben centrato: la nostra storia è cominciata lì. E’ quindi lui la prima figura che ci garantisce un’appartenenza».

Dagli anni Settanta in poi la società occidentale viene definita “senza padri”. E non dagli opinionisti, ma dalle scienze sociali. Naturalmente tutto questo ha delle conseguenze, alcune più palesi e altre più sotterranee.

Un articolo apparso su PsicoAdvisor – dal titolo forse troppo netto: “Il padre poco affettuoso devasta lo sviluppo emotivo e cognitivo del bambino” – ha messo in evidenza le principali conseguenze problematiche che possono scaturire (si parla di “tendenze probabili”, non di certezze) dall’assenza – fisica e/o emotiva – del padre: difficoltà comportamentali, insicurezza e ansia, scarsa autostima (e quindi difficoltà nell’accogliere e nel fidarsi dell’altro), cambiamento del ruolo della madre, difficoltà nelle relazioni anche in età adulta...

Spesso oggi i padri sono assenti perché a loro volta hanno avuto un padre assente e anche perché il relativismo in cui siamo immersi non favorisce una presa di responsabilità verso una precisa direzione di vita.

Eppure, rileva ancora Risé, vi è un sentimento diffuso di nostalgia verso questa figura, da intendersi in senso ampio e non quale retaggio del padre autoritario di un tempo: la legge incarnata dal padre dà sicurezza, pone dei “no” che aiutano a crescere e crea un’identità. E, nel contempo, la tenerezza paterna favorisce la scoperta di sé, delle proprie peculiarità, in maniera totalmente diversa rispetto all’atteggiamento di accoglienza incondizionata tipica della madre: il padre, in tal senso, dona al figlio la libertà di essere se stesso.

È necessario, soprattutto i nostri bambini, tornare dunque a mettere al centro la famiglia e il rapporto genitoriale uomo/donna, nella consapevolezza della diversità dei due sessi e della ricchezza che da questa differenza può generarsi.

Teresa Moro


#STOPuteroinaffittofirma e fai firmare  qui la petizione contro l’inerzia delle autorità di fronte alla mercificazione delle donne e dei bambini

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.