26/10/2015

La famiglia è una sola: come i media ignorano il Sinodo

Non è andata giù ai media di regime la conclusione del Sinodo sulla bellezza della famiglia naturale, sulla sua fondamentale rilevanza per la società e sulla necessità di proteggerla dagli attacchi che la “cultura della morte” le sferra da almeno 40 anni.

Glissano, ignorano, sorvolano, per esempio il fatto che la Chiesa non accetta «analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia». Cioè non è ragionevole, secondo i Padri sinodali, non solo il “matrimonio” gay, ma neanche un qualsiasi altro istituto giuridico che operi una qualche analogia – anche “remota” tra i rapporti omosessuali e il matrimonio.

A tutti coloro che, in mala fede o ignoranti, sostengono che la teoria del gender non esiste, il documento sinodale al n. 8 dice che «una sfida culturale odierna di grande rilievo emerge da quell’ideologia del “gender” che nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna», una teoria che secondo il Sinodo «svuota la base antropologica della famiglia» e si esprime in «progetti educativi e orientamenti legislativi» inaccettabili.

Inoltre, la Relatio Finalis afferma che nelle scuole «spesso vengono presentati modelli in contrasto con la visione cristiana della famiglia. La sessualità è spesso svincolata da un progetto di amore autentico. In alcuni Paesi vengono perfino imposti dall’autorità pubblica progetti formativi che presentano contenuti in contrasto con la visione umana e cristiana».  Rispetto a essi, scrive il Sinodo, «vanno affermati con decisione la libertà della Chiesa di insegnare la propria dottrina e il diritto all’obiezione di coscienza da parte degli educatori».

Infine, appare chiara la condanna delle organizzazioni internazionali che vogliono imporre la teoria del gender, l’omosessualismo e l’abortismo ai paesi in via di sviluppo.

Eppure le testate di molti quotidiani hanno strombazzato titoli tendenziosi, tutti concentrati su una presunta apertura verso i divorziati risposati: ma questo tema è strettamente attinente alle questioni religiose che non sono di nostra competenza e quindi sorvoliamo.

sinodo_famiglia_papa_chiesaRiportiamo il testo integrale dei punti in questione della Relatio Finalis, presa dal sito ufficiale della Santa Sede.

8: Le condizioni culturali che agiscono sulla famiglia mostrano in grandi aree del mondo un quadro contrastante, anche sotto l’influenza massiccia dei media. Da un lato, il matrimonio e la famiglia godono di grande stima ed è tuttora dominante l’idea che la famiglia rappresenti il porto sicuro dei sentimenti più profondi e più gratificanti. Dall’altro lato, tale immagine ha talvolta i tratti di aspettative eccessive e di conseguenza di pretese reciproche esagerate. Le tensioni indotte da una esasperata cultura individualistica del possesso e del godimento generano all’interno delle famiglie dinamiche di insofferenza e di aggressività. Si può menzionare anche una certa visione del femminismo, che denuncia la maternità come un pretesto per lo sfruttamento della donna e un ostacolo alla sua piena realizzazione. Si registra poi la crescente tendenza a concepire la generazione di un figlio come mero strumento per l’affermazione di sé, da ottenere con qualsiasi mezzo.

Una sfida culturale odierna di grande rilievo emerge da quell’ideologia del “gender” che nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna. Essa prospetta una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia. Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina. L’identità umana viene consegnata ad un’opzione individualistica, anche mutevole nel tempo. Nella visione della fede, la differenza sessuale umana porta in sé l’immagine e la somiglianza di Dio (cf. Gn 1,26-27). «Questo ci dice che non solo l’uomo preso a sé è immagine di Dio, non solo la donna presa a sé è immagine di Dio, ma anche l’uomo e la donna, come coppia, sono immagine di Dio. […] Possiamo dire che senza l’arricchimento reciproco in questa relazione – nel pensiero e nell’azione, negli affetti e nel lavoro, anche nella fede – i due non possono nemmeno capire fino in fondo che cosa significa essere uomo e donna. La cultura moderna e contemporanea ha aperto nuovi spazi, nuove libertà e nuove profondità per l’arricchimento della comprensione di questa differenza. Ma ha introdotto anche molti dubbi e molto scetticismo. […] La rimozione della differenza […] è il problema, non la soluzione» (Francesco, Udienza generale, 15 aprile 2015).

58. Nel cambiamento culturale in atto spesso vengono presentati modelli in contrasto con la visione cristiana della famiglia. La sessualità è spesso svincolata da un progetto di amore autentico. In alcuni Paesi vengono perfino imposti dall’autorità pubblica progetti formativi che presentano contenuti in contrasto con la visione umana e cristiana: rispetto ad essi vanno affermati con decisione la libertà della Chiesa di insegnare la propria dottrina e il diritto all’obiezione di coscienza da parte degli educatori. Peraltro, la famiglia, pur rimanendo spazio pedagogico primario (cf. Gravissimum Educationis, 3), non può essere l’unico luogo di educazione alla sessualità. Occorre, per questo, strutturare veri e propri percorsi pastorali di supporto, rivolti sia ai singoli sia alle coppie, con una particolare attenzione all’età della pubertà e dell’adolescenza, nei quali aiutare a scoprire la bellezza della sessualità nell’amore. Il cristianesimo proclama che Dio ha creato l’uomo come maschio e femmina, e li ha benedetti affinché formassero una sola carne e trasmettessero la vita (cf. Gen 1, 27-28; 2, 24). La loro differenza, nella pari dignità personale, è il sigillo della buona creazione di Dio. Secondo il principio cristiano, anima e corpo, come anche sesso biologico (sex) e ruolo sociale-culturale del sesso (gender), si possono distinguere, ma non separare.

76. La Chiesa conforma il suo atteggiamento al Signore Gesù che in un amore senza confini si è offerto per ogni persona senza eccezioni (MV, 12). Nei confronti delle famiglie che vivono l’esperienza di avere al loro interno persone con tendenza omosessuale, la Chiesa ribadisce che ogni persona, indipendentemente dalla propria tendenza sessuale, vada rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare «ogni marchio di ingiusta discriminazione» (Congregazione per la Dottrina della Fede, Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali, 4). Si riservi una specifica attenzione anche all’accompagnamento delle famiglie in cui vivono persone con tendenza omosessuale. Circa i progetti di equiparazione al matrimonio delle unioni tra persone omosessuali, «non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia» (Ibidem). Il Sinodo ritiene in ogni caso del tutto inaccettabile che le Chiese locali subiscano delle pressioni in questa materia e che gli organismi internazionali condizionino gli aiuti finanziari ai Paesi poveri all’introduzione di leggi che istituiscano il “matrimonio” fra persone dello stesso sesso.

Redazione

Fonte: https://press.vatican.va/content/salastampa/pt/bollettino/pubblico/2015/10/24/0816/01825.html

 

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