05/12/2015

L’Italia non è un Paese per mamme

Fare la mamma, già di per sé, è impegnativo e faticoso. Ma ormai, per colpa della crisi, uno stipendio solo non basta più per due persone, quindi figuriamoci per tre, quattro o cinque. Di conseguenza sono tantissime le mamme che, per via del lavoro, sono costrette a sottrarre tempo prezioso ai propri bambini.

Ma essere mamme lavoratrici, se si vive in Italia, è ancora più difficile. Da un rapporto dell’OECD, pubblicato qualche giorno fa e ripreso da  La Repubblica, infatti, è emerso che, tra i Paesi europei, l’Italia è quello che vanta, per così dire, uno dei peggiori sistemi pensionistici e del mercato del lavoro per le donne-madri.

Secondo il rapporto le mamme italiane che si assentano per cinque anni dal mercato del lavoro per dedicarsi alla cura dei figli, subiscono una riduzione considerevole nell’importo della futura pensione, mentre questo tipo di aspettativa non ha nessun effetto sul trattamento pensionistico in altri Paesi.

In più il periodo di congedo per la maternità destinato alle lavoratrici italiane risulta essere ben inferiore rispetto alla media dell’Unione Europea. Per non parlare dei papà, che da questo punto di vista vantano ancora meno diritti. Per usare un termine di paragone, il patron di Facebook, Mark Zuckerberg, assicura quattro mesi di congedo parentale retribuito, sia alle neo-mamme sia ai neo papà impiegati nell’azienda, e che può essere utilizzato durante l’anno di lavoro.

Infine, se hai più di tre figli in Italia hai meno possibilità di trovare lavoro. Nel nostro Paese infatti, secondo l’OECD, il tasso di occupazione per le donne con più di tre bambini, è tra i più bassi in Europa, assieme a quello di Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca.

L’unica nota positiva del quadro tracciato dall’OECD è quella dei contributi figurativi per i figli a carico proporzionali al numero dei figli, che il nostro Paese è uno dei pochi ad assegnare.

Anastasia Filippi

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