20/08/2016

Mamma coraggio... perché l’Amore è più forte!

Elizabeth Joice, nata nel New Jersey, aveva 36 anni ed è stata una mamma coraggiosa. Entrambi i genitori le erano venuti a mancare e presto la vita l’ha portata a scontrarsi con la malattia. Lavorava come agente immobiliare ed era fidanzata con Max. Liz era una sportiva e con la stessa grinta e lo stesso entusiasmo con cui praticava la box affrontava la vita.

Nel settembre del 2010 quando i medici le riscontrarono delle macchie sospette nei polmoni e il pericolo del tumore si concretizzò, decise che avrebbe affrontato i risultati dei controlli, qualunque fosse stato l’esito. Un mese dopo Liz e Max celebrarono il loro matrimonio. A Liz era stato diagnosticato un sarcoma. Quattro cicli di chemioterapia, un intervento chirurgico e di nuovo la chemio avevano sradicato il male, il tumore sembrava essersi dissolto.

Dopo tre anni, malgrado lo scetticismo dei medici e i loro tentativi di dissuaderla a intraprendere una gravidanza, nel giugno del 2013 Liz scoprì di aspettare un bambino. Sarebbe diventata mamma. Le probabilità che Liz potesse rimanere incinta erano bassissime e invece accadde, ma tornò anche il tumore. Liz e Max dovettero affrontare una scelta straziante, ma decisero di portare avanti la gravidanza, senza che Liz si sottoponesse a nessuna cura, per permettere al bambino di crescere sano.

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La data del parto era il 4 marzo, ma i medici non potevano aspettare così a lungo, nel mese di gennaio, con un parto cesareo nacque Lily Anne Joice. Liz aveva desiderato con tutta se stessa questa bambina, che l’ha resa mamma per la prima volta. Iniziò il trattamento che non ebbe alcun effetto, era tardi: il cancro le aveva invaso i polmoni e l’addome. Liz tornò a casa cinque giorni dopo la nascita di Lily, purtroppo era così malata che aveva avuto bisogno di tornare in ospedale, dove per le successive sei settimane aveva combattuto con le unghie e con i denti aggrappandosi alla vita.
Elizabeth è morta il 9 marzo, due mesi dopo essere diventata mamma. In questo periodo di malattia è andata avanti con il sorriso sul volto, non si è mai abbandonata all’autocommiserazione. I medici hanno dichiarato di non aver mai visto nessuno combattere così a lungo e con così tanta tenacia.

La storia di Liz, è anche la storia di altre donne; come Gianna Beretta Molla, anche lei incinta, con un tumore all’utero, che preferì morire anziché accettare cure che arrecassero danno al bambino, e la “nostra” Chiara Corbella Petrillo, lo stesso percorso, lo stesso coraggio, anche lei – con tutto l’amore di cui è capace una mamma – ha donato la vita per suo figlio Francesco. Però, poi ci sono altre strade come quella di Amy Hansen che ha scoperto un cancro alle ovaie poche settimane dopo aver appreso che era incinta del suo primo figlio. Gavin è nato il 19 novembre ed è un bambino sano, malgrado Amy sia ricorsa alla chemioterapia durante la gravidanza. All’inizio, racconta la donna, lei e suo marito non volevano credere ai medici, hanno ascoltato altri pareri prima che Amy si sottoponesse alla terapia.

Questa storia ha riacceso grande speranza in molte future mamme nella stessa situazione. Secondo alcuni studi pubblicati su una rivista medica americana il trattamento di chemioterapia dopo il primo trimestre di gravidanza non nuoce al feto. Alcuni ricercatori hanno seguito 70 casi di donne in stato di gravidanza con tumore che si sono sottoposte alla chemioterapia, dai risultati la ricerca non mostra postumi problematici per il feto.

Liz, Gianna, Chiara ed Amy hanno qualcosa in comune, hanno scelto la vita lottando con il sorriso sul volto, senza perdere mai la speranza e la fede. Queste donne rappresentano l’emblema della “mamma coraggio”, delle eroine moderne che, sfidando la logica di questo mondo, hanno dato la loro testimonianza dell’amore incondizionato.

Sara Alessandrini

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Fonte: Notizie ProVita, giugno 2014, p. 26.

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