31/12/2018

Maternità surrogata: guadagna terreno il fronte pro life

Sul fronte della “maternità surrogata”, il 2018 è stato un anno sicuramente favorevole alle istanze pro life. Il dato positivo è l’emersione di provvedimenti, sia a livello europeo che nazionale, fino agli enti locali, che sembrano davvero allontanare la prospettiva di una legalizzazione o depenalizzazione dell’utero in affitto. Anche il potere giudiziario, generalmente orientato in senso liberal su questi temi, sembra dare segnali di un’inversione di tendenza.

Alla fine di questo anno, spicca l’approvazione al Parlamento Europeo di una Relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo, nel 2017 e sulla politica dell’Unione Europea in materia, il cui paragrafo 48 chiede di «introdurre chiari principi e strumenti giuridici – si legge –  per far fronte alle violazioni dei diritti umani correlate alla gravidanza surrogata». Tale formulazione soft è prevalsa sul più intransigente emendamento 48bis, presentato dall’eurodeputato slovacco Miroslav Mikolášik (Ppe) e respinto dall’assemblea di Strasburgo, che condannava senza riserve tale pratica, in quanto, si legge nel testo, «mina la dignità umana della donna dal momento che il suo corpo e le sue funzioni riproduttive sono utilizzate come merce».

A livello nazionale, va segnalata la mozione contro l’utero in affitto, approvata dal Senato lo scorso 22 novembre, in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne. La mozione, la cui prima firmataria è la senatrice Stefania Pucciarelli (Lega), impegna il governo a sostenere l’impegno contro ogni forma di violenza sulle donne, premettendo che, tra le vittime, figurano anche tutte le donne «sfruttate per la loro povertà e costrette ad affittare il loro utero in cambio di denaro».

A settembre è arrivato il no della Procura di Roma alla richiesta di trascrizione, da parte di due uomini, dell’atto di nascita della ‘loro’ bambina, partorita in Canada da una madre surrogata. La trascrizione, precedentemente autorizzata dal Campidoglio, è stata annullata dalla Procura, che ha motivato con il “diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà”. Secondo la sentenza, è inammissibile che «una condotta illecita possa produrre conseguenze non vietate soltanto perché la condotta è stata compiuta all’estero». Inoltre, ricordava la Procura, non può esistere filiazione biologica tra persone dello stesso sesso «per espresso divieto di legge» ed è “irragionevole” riconoscere la paternità a due uomini solo per “l’interesse del minore”.

Un altro punto guadagnato dal fronte pro life è stata la riabilitazione del manifesto di Pro Vita e di Generazione Famiglia, fatto rimuovere lo scorso ottobre dal sindaco di Roma, Virginia Raggi. Il manifesto, che recava l’immagine di due uomini e di un bambino in lacrime con il codice a barre marchiato sul petto, era accompagnato dalla scritta: “Due uomini non fanno una madre. #stouteroinaffitto”. La campagna di sensibilizzazione è stata giudicata “non offensiva” dal Giurì dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria. Decisione che ha indotto Toni Brandi e Jacopo Coghe a richiedere le scuse da parte della Raggi.

Luca Marcolivio

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.