28/12/2015

Matrimonio – Diritto, amore, istituzione

Proponiamo ai nostri lettori questo articolo che è stato pubblicato sul mensile Notizie ProVita (novembre 2013): meritava di essere letto e merita di non essere dimenticato. Si parlava di matrimonio: può essere considerato un “diritto dell’uomo”?

Il matrimonio non è un diritto.

Che due persone si amino non implica per nulla che si debbano sposare. Il matrimonio è qualcosa di molto di più dell’amore fra due persone. E non esiste il diritto ad avere un bambino, né per le coppie omosessuali, né per quelle etero. Diceva Chesterton: “L’attuale sistema sociale, che nella nostra epoca e nella nostra cultura industriale subisce seri attacchi ed è afflitto da problemi penosi, è tuttavia normale”.

I seri attacchi che mirano alle fondamenta esistenziali dell’uomo prendono forma di norme legislative nell’Europa apostata. L’autore si riferiva all’idea che “la comunità è costituita da alcuni piccoli regni nei quali un uomo e una donna diventano il re e la regina esercitando un’autorità ragionevole, soggetta al buon senso della comunità, finché coloro che essi educano diventano adulti e fondano regni simili ed esercitano a loro volta un’autorità simile. Questa è la struttura sociale dell’umanità (...) e i tentativi di modificarla sono solo parole al vento e baggianate”.

L’ultima baggianata italiana è la legge Scalfarotto sull’omofobia che palesa la sua totale inutilità sul piano legale in tema di discriminazione degli omosessuali. Esistono già gli strumenti giuridici previsti dal codice penale per tutti i cittadini, contro qualunque forma d’ingiusta discriminazione, di violenza, di offesa alla propria dignità personale. L’approvazio-ne della legge sull’omofobia, invece, in Italia sarebbe il naturale viatico per rivendicare il diritto al matrimonio omosessuale e all’adozione com’è accaduto in Francia [e come si sta tentando con il disegno di legge Cirinnà, ndr]. La legge Scalfarotto potrebbe determinare l’incriminazione per chi sostenesse per esempio l’unicità del matrimonio tra uomo e donna.

Occorre dunque ribadire con forza che il matrimonio non è il riconoscimento di un amore, ma un’istituzione che sancisce l’alleanza di un uomo e di una donna per consentire la continuità delle generazioni. Il fatto che due persone si amino non implica per niente che si debbano sposare, siano essi omosessuali o etero. Il matrimonio è qualcosa di molto più completo dell’amore fra due persone.

Non c’è un diritto ad avere un bambino, né per le coppie omosessuali né per quelle etero. Il bambino non è un oggetto di diritto, ma soggetto di diritto. È evidente che dietro a queste violente e colossali campagne culturali si nasconde l’obiettivo, celato forse agli stessi detrattori, di uno svilimento integrale della persona. Un’antropologia negativa che spezzi la relazione dialogica e creaturale insita in ogni uomo. Non è esagerato dire che viviamo un tempo drammatico. Il tasso spaventoso di suicidi specialmente tra i giovani (ma non solo) è la conseguenza di una società secolarizzata che inganna e confonde gettando le persone in uno stato di solitudine e non senso.

La famiglia come luogo irrinunciabile dove la persona si struttura e impara a relazionarsi è il bersaglio sensibile dell’attacco diabolico. Dopo il divorzio è il tempo delle famiglie allargate o con due padri o due madri. Un colpo micidiale per le generazioni che subiranno ferite mortali da un disordine che assume sempre più i contorni di “struttura di peccato”. Il legame filiale è un vettore psichico che è fondante per il senso d’identità del ragazzo. Su matrimonio omosessuale e diritto all’aborto la Chiesa si è già espressa in maniera chiara. La Chiesa conosce profondamente l’uomo e le sue ansie. Una forma sublime di amore è dire sempre la Verità sull’uomo e sul senso della sua esistenza.

Shadan Bassiri

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