24/04/2016

Matrimonio gay: una volta legalizzato, passa di moda

Il cosiddetto matrimonio gay è veramente un diritto imprescindibile? Ma, soprattutto, resiste alla prova del tempo? O è solo una moda tra le tante che in fin dei conti interessa solo pochi gruppi ideologizzati?

Porsi queste domande è doveroso, dal momento che sempre più Paesi sono subissati dalle pressioni della lobby LGBT.

La situazione attuale, se analizzata con occhi scevri dalle costrizioni del politically correct arcobaleno, rivela un dato assai interessante. Non è vero che gli pseudo-matrimoni gay sono una conquista bramata spasmodicamente da fiumi e fiumi di persone cui sarebbero negati diritti fondamentali.

Non vogliamo qui ripetere quanto già approfondito in altri articoli incentrati sul piano filosofico ed economico (vedi ad esempio qui e qui). Quel che presentiamo sono semplicemente dei numeri, dai quali tutti potranno trarre le debite conseguenze.

Prendiamo alcuni esempi.

Recentemente sono stati resi noti i dati di una ricerca effettuata in Olanda dall’Ufficio Centrale di Statistica dei Paesi Bassi (Cbs). Amsterdam, lo ricordiamo, ha legalizzato il ‘matrimonio gay‘ nel 2001. Ebbene, “dopo un picco registrato nel 2001, a 14 anni dall’approvazione si assiste ad un calo nel numero di matrimoni: quelli tra coppie di uomini si sono dimezzati, passando da 1.339 a 647, mentre quelli tra donne, sono calati da 1.075 a 748?. Ad aumentare invece sono i divorzi, specie tra le coppie di donne... E accade lo stesso pure in Svezia, in Spagna e in Belgio. Talmente tanta è la voglia di metter su “famiglia”, che alla prima occasione ci si separa (non sarà forse che le coppie gay sono ancora più instabili di quelle etero?). matrimonio-gay_omosessualismo_Lexington_Pride_Festival_2015

Ma anche laddove il numero degli omosessuali che si sposano resta costante (come in Belgio), oppure aumenta (come per le coppie di donne in Spagna), si sta comunque sempre parlando di minoranze assai esigue. Di gran lunga inferiori a tutte le aspettative e le previsioni fatte dai governi per giustificare simili provvedimenti legislativi. In Spagna, all’epoca dell’approvazione, l’esecutivo di Zapatero aveva pronosticato oltre 250.000 ‘matrimoni’ in 2 anni, per poi abbassare la stima a 100.000: in realtà, nei 7 anni successivi all’introduzione della legge, sono stati solo poco più di 24.000. E il primo divorzio è avvenuto già nel 2006.

Insomma, la situazione è più o meno la stessa in tutti gli Stati europei dove da tempo i gay possono sposarsi (qui una panoramica).

I dati pertanto confermano che la battaglia per le pseudo-nozze omosessuali è solo una bandiera ideologica portata avanti da una manciata di persone, mosse come pedine dalla potente rete della lobby LGBT.

Redazione


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