05/12/2016

Matrimonio in declino, separarsi conviene assai!

I dati del Censis di fine anno mostrano un costante calo del matrimonio a favore della convivenza.

Accompagnato, ovviamente, dall’assenza di figli.

I dati confermano quanto abbiamo ripetuto più volte: servono politiche di sostegno della famiglia fondata sul matrimonio.

E se il matrimonio si sgretola, è ovvio che si sgretolano le fondamenta della famiglia. Se al matrimonio non ci crede lo Stato, se il matrimonio non è protetto dalla legge, se il matrimonio è banalizzato “per tutti”, “fa e disfa”, è solo una bella cerimonia, perde il suo valore.

Se il matrimonio si sgretola, la famiglia si sgretola la società si sgretola.

Dice in proposito il Forum delle Famiglie di Gigi De Palo in un recente comunicato stampa: «Oggi in Italia se ti separi hai più vantaggi: casa, asilo nido, refezione scolastica, meno tasse sulla prima casa, assegni di mantenimento… Come ci possiamo stupire se aumentano i divorzi, diminuiscono i matrimoni e crescono le convivenze

«E dal Censis arriva oggi una nuova conferma. I dati parlano chiaro: 1,2 milioni di libere unioni (+108%), con un decollo verticale di quelle tra celibi e nubili (+155,3%) e delle famiglie ricostituite non coniugate (+66,1%), mentre nello stesso arco di tempo diminuiscono le coppie coniugate (-3,2%) e più ancora quelle coniugate con figli (-7,9%)».

«Ma è così difficile comprendere che se diminuiscono i matrimoni diminuisce la coesione sociale del Paese e di conseguenza la fiducia delle coppie che non se la sentono di mettere al mondo un figlio in una situazione di precarietà? Dobbiamo avere il coraggio di dire che, oggi, in Italia chi si sposa e mette al mondo un figlio viene abbandonato dalle istituzioni.

Eppure dalla ricerca emerge chiaramente che se migliorassero gli interventi pubblici su vari fronti (sussidi, asili nido, sgravi fiscali, orari di lavoro più flessibili, permessi per le esigenze parentali), la scelta di sposarsi e di avere un figlio sarebbe più facile. Ogni giorno al Forum riceviamo mail e messaggi di coppie sposate che ci chiedono come fronteggiare le difficoltà economiche senza dover ricorrere alla finta separazione».

Sottoscriviamo in pieno. E però siamo convinti che non si può ridurre il problema solo al dato economico. 

Il problema è profondamente socio – culturale.

In tempi in cui il tenore di vita era molto inferiore, in cui si tirava avanti a fatica, magari con un solo stipendio, le famiglie erano numerose, il matrimonio era un’aspirazione dei più, i sacrifici si facevano, ma regnava un’armonia diversa e – se possiamo dirla tutta  – c’erano molti meno “matti”, depressi, scoppiati, in giro.

Un nostalgico e sterile rimpianto per ” i bei tempi andati”?

No. Un serio e urgente richiamo a recuperare i valori che la cultura della morte va continuamente a sgretolare.

Redazione

 


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contro l’inerzia delle autorità di fronte alla mercificazione delle donne e dei bambini

 

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