18/06/2014

“Non esisto io, ma tutti noi”. Africa esempio di valori che la società occidentale sta disperdendo

Un messaggio di speranza e di incoraggiamento che vuole passare attraverso l’ “Africa, la Solidarietà e la Famiglia”. Questo il titolo del convegno ideato e organizzato da Steadfast Onlus lo scorso 11 giugno, presso la sala consiliare del Comune di Albano Laziale.

“Questa iniziativa corrisponde ad un esempio concreto dell’incontro di culture differenti”, ha sottolineato nel suo saluto Nicola Marini, sindaco di Albano Laziale. “Certamente la giornata di oggi è anche un momento per un dialogo multiculturale ed interreligioso”, ha sottolineato il primo cittadino.

Un evento, quello voluto dall’organizzazione umanitaria Steadfast, che ha come identità la cooperazione internazionale, rivolta soprattutto verso quei Paesi che versano in una condizione di grave disagio economico e sociale. Attraverso una puntuale opera di sensibilizzazione, ed una di promozione di iniziative culturali, di raccolta fondi e di realizzazione di progetti di cooperazione, Steadfast è impegnata a promuovere la difesa del diritto alla vita, alla salute, all’istruzione, al lavoro in tutto il mondo. “Il video che abbiamo appena visto insieme ci ha raccontato l’impegno della nostra Onlus soprattutto in Africa, in particolare in Nigeria”, ha spiegato Emmanuele Di Leo, presidente di Steadfast Onlus, mettendo l’accento su un concetto che noi europei stiamo dimenticando, ossia “l’essenza del vivere, riassumibile nei valori fondamentali per l’autenticità della nostra vita: la famiglia, il senso della comunità, la donazione totale e gratuita al prossimo”.

Un detto africano recita così: “Non esisto io, ma tutti noi”. Infatti, uno dei primi valori insegnati ad un bambino africano è il senso dell’appartenenza ad una comunità. Il senso dell’essere “uno del gruppo” è così forte che la persona non conta in quanto individuo, ma in quanto membro di un gruppo. “Le comunità africane hanno molto da darci”, ha sottolineato Di Leo, spiegando che “in un rapporto di cooperazione, nel quale la mano destra occorre alla sinistra, e viceversa, la società africana favorisce e protegge alcuni dei valori che la società occidentale sta disperdendo”.

Basti infatti pensare al processo di secolarizzazione, nonché all’introduzione, nella nostra società, di tematiche più ideologiche come il “gender”, o il programma di educazione sessuale nelle scuole elementari e secondarie. Realtà, queste ultime, che purtroppo hanno il potere di disorientarci, piuttosto che di informarci sul divenire della realtà umana e sociale. Tematiche decisive, che sono state riprese ed approfondite anche da altri due relatori: Nicola Parisi, della Steadfast Onlus, e Marcelo Bravo Pereira L.C., direttore ISSR dell’Ateneo Pontificio “Regina Apostolorum”, che hanno rispettivamente parlato del ruolo delle nuove generazioni a tutela del valore della famiglia, e del nucleo familiare nel contesto interreligioso.

L’intervento del presidente di ProVita Onlus, Toni Brandi, è stato una vera occasione per mettere a fuoco la strategia nazionale contro le discriminazioni sull’orientamento sessuale e l’identità di genere, e per precisare che “Stiamo intervenendo in maniera drammatica sull’educazione fisica, psichica e spirituale dei nostri figli, imponendo loro un modello di sessualità al limite con il patologico, equiparando la famiglia naturale alle coppie composte da omosessuali, lesbiche, transessuali e bisessuali”. E ancora: “Lo scopo finale è la distruzione del valore della famiglia naturale, e l’eliminazione della stessa legge naturale nell’educazione dei giovani, che rischiano di diventare adulti  privi di un autentico pensiero sulla legge naturale-divina, che già Ippocrate avvertiva nella sua coscienza 400 anni prima della nascita di Gesù Cristo”.

Non sono certamente mancati parallelismi, riflessioni critiche e considerazioni specifiche a Alexey Komov, ambasciatore del Congresso Mondiale delle Famiglie all’Onu, e presidente di FamilyPolicy.ru. “I Russi sanno che cosa significa vivere senza Dio dopo anni di repressione sovietica”, ha dichiarato Komov, precisando però che “per distruggere una società, per privarla di Dio, si può anche utilizzare anche la droga, il sesso, la pornografia, la bestemmia, l’aberrazione”. “Per salvare una società – ha rimarcato Komov – bisogna cercare Cristo, ed affidarsi alla Chiesa, ai suoi valori, all’etica. La forza di un Paese non arriva dalla sua economia, ma dalla forza spirituale della sua gente”.

Steadfast Onlus crede che proteggere la famiglia nel mondo significhi lottare per la vita dell’umanità.

Luisella Daziano

 

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