23/07/2018

Oliver Cameron è salvo! La memoria va a Charlie, Alfie...

La storia di Oliver Cameron rappresenta il modo in cui si sarebbero dovute svolgere anche le vicende di Alfie Evans, Charlie Gard e Isaiah Haastrup; esperienze che, invece, ci hanno insegnato che dal Regno Unito è difficile uscire, se si è genitori in cerca di una cura per il proprio figlio. La famiglia Cameron è stata più fortunata, e il piccolo Oliver oggi è vivo. Il bimbo è nato con fibroma cardiaco, un grosso tumore nel cuore. Era così raro che i medici del National Health Service (NHS) non erano in grado di trattarlo. Alcuni di loro non l’avevano mai neppure visto. «Non potevano curare il tumore nel Regno Unito perché non avevano medici con le giuste competenze», ha riferito la madre, Lydia. «Hanno detto che la nostra unica opzione era un trapianto di cuore, ma abbiamo pensato che ci doveva essere un’altra strada, quindi abbiamo iniziato a fare le nostre ricerche».

Ricerche che li hanno portati all’ospedale pediatrico di Boston, dove un’altra bambina, Francesca, era stata sottoposta con successo a un’operazione analoga. Così i Cameron si sono messi in contatto con gli stessi medici di Francesca, Pedro del Nido e Tal Geva, i quali hanno risposto che Oliver sarebbe stato un buon candidato per l’intervento. Dopo iniziali resistenze del personale del NHS, stavolta i genitori sono riusciti nel loro intento; anzi, in questo caso l’istituto britannico ha perfino pagato gli altissimi costi dell’intervento e si sono recati a Boston anche due medici del NHS per seguire l’operazione. Nel novembre del 2017, il piccolo ha subito un intervento di otto ore, che è andato meglio del previsto: nonostante le dimensioni, i medici sono riusciti a rimuovere tutta la massa tumorale, anche al di là delle loro stesse aspettative. Oggi Oliver Cameron sta bene e cresce in salute.

Resta comunque l’amaro in bocca, quando si pensa alle famiglie Gard ed Evans, alle quali è stato tirannicamente vietato di uscire dal Paese in cerca di una sia pur minima possibilità per i loro figli. Fu detto loro che il trattamento era inutile e che si avrebbe dovuto lasciarli morire: è stato negato ai genitori il diritto di cercare assistenza medica al di fuori del Regno Unito per i loro figli. Una misura degna del peggior totalitarismo.

Qualcosa, però, sembra muoversi. Il deputato Steve Woolfe ha presentato una proposta di legge che ha chiamato “Legge di Alfie” (e, recentemente, è stata presentata anche la “Charlie’s law”), che ristabilirebbe i diritti dei genitori per impedire che le ingiustizie come quelle subite da Charlie Gard e Alfie Evans possano ripetersi. «I casi di Charlie Gard, Aysha King, e ora di Alfie Evans, mostrano una pericolosa tendenza di enti pubblici che privano genitori e famiglie del diritto di prendere decisioni che ritengono siano nel miglior interesse dei loro figli», ha detto Woolfe durante una conferenza stampa. «I diritti dei genitori non dovrebbero essere né ignorati né liquidati come irrilevanti dagli ospedali e dai tribunali, che credono di sapere meglio e hanno il potere, i soldi e le risorse per sopraffare le famiglie che vogliono semplicemente salvare il loro bambino».

Redazione

Fonte: NRTL

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